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Documento della Federazione Ipasvi sul contratto: “Vanno valorizzate le competenze avanzate degli infermieri”

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Documento della Federazione Ipasvi sul contratto: "Vanno valorizzate le competenze avanzate degli infermieri"
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Il gruppo di lavoro ha messo a punto un elaborato di quindici pagine che possa essere strumento di lavoro per sindacati e Aran per la definizione di un buon contratto

 

ROMA – Una professione in evoluzione, ancorata ai vecchi modelli contrattuali. Contraddizione che attraversa il mondo infermieristico in attesa di rinnovi contrattuali fermi da anni. Mentre gli scenari cambiano in tema di assistenza e, al tempo stesso, invecchia non solo la popolazione ma anche la categoria degli infermieri. “L’evoluzione sia professionale sia dei bisogni di salute della popolazione sono andate di pari passo, rendendo l’attuale normativa contrattuale non più adeguata alle esigenze di flessibilità e di continuità dell’assistenza offerta agli utenti e al corretto riconoscimento e valorizzazione delle competenze maturate dai professionisti”. Parole che introducono un documento della Federazione nazionale Collegi Ipasvi, sulla valorizzazione delle competenze professionali degli infermieri nel nuovo contratto di lavoro.

Documento di quindici pagine che fotografa l’attuale situazione tra reclutamento, libera professione e valorizzazione degli incarichi professionali, con l’obiettivo (e per certi versi l’ambizione) di indicare la strada da percorrere in tema di rinnovo contrattuale. “La Federazione con questo documento intende dare un contributo alla discussione, individuando le principali criticità e formulando proposte per il loro superamento, finalizzato a rendere lo strumento contrattuale adeguato alle sfide che l’attuale contesto pone”.

Il tema del reclutamento è tra quelli prioritari: “Va trovata una alternativa che possa consentire alle aziende sanitarie di poter assumere in tempi ragionevoli i professionisti necessari per garantire la continuità dell’erogazione dell’assistenza nel pieno rispetto della normativa vigente (ad esempio la normativa comunitaria in tema di riposi e orari). E ciò non può che avvenire abbandonando il concetto di concorso tradizionale e ricorrendo ad un diverso strumento di reclutamento”.

Se oggi sono tre le forme alternative al concorso per il reclutamento (contratto formazione-lavoro, apprendistato di alta formazione e ricerca, corso-concorso), in futuro a giudizio della Federazione “si potrebbe ipotizzare una norma legislativa ad hoc che tenga conto dei contenuti dei tre istituti sopra richiamati ma sia contestualizzata alle problematiche specifiche degli infermieri”. L’obiettivo dichiarato? “Tale forma di reclutamento avrebbe due evidenti vantaggi: l’assoluta celerità e la reintroduzione surrettizia del limite di età (29 anni). rafforzerebbe la fidelizzazione dell’infermiere e gli investimenti effettuati dalle singole aziende sanitarie nei tre anni di corso”.

Una recente indagine promossa dalla Federazione Ipasvi ha dimostrato che il mercato privato delle prestazioni infermieristiche è enorme, in crescita e destinato a espandersi ulteriormente. Una domanda spinta da cronicità, non autosufficienza, post acuzie, riabilitazione e da bisogni di prestazioni infermieristiche per minori, in particolare bambini entro i 3 anni. Gli infermieri che erogano prestazioni infermieristiche privatamente sul territorio e/o a domicilio sono professionisti che operano presso strutture pubbliche del Servizio sanitario, in numero superiore a quello degli infermieri che lavorano come autonomi nel settore privato. L’infermiere più bravo e più affidabile è per gli italiani l’infermiere che ha esperienza e che lavora presso ospedali, ambulatori, Asl del Servizio sanitario: in altre parole, essere dipendente o collaboratore di ospedali, Asl, ambulatori è una garanzia di qualità per assolvere alla domanda di salute.

L’attuale sistema normativo – si legge nel documento –  vieta la libera professione agli infermieri dipendenti del servizio sanitario nazionale. La situazione che si è generata impone che il cittadino ricorra comunque a prestazioni libero professionali svolte in taluni casi in situazioni illegittime e fuori dal controllo delle Istituzioni. È necessario, pertanto, aggiornare la normativa prevedendo la possibilità, da parte del dipendente della sanità pubblica, di svolgere attività libero professionale. Tale iniziativa consentirebbe: ai cittadini di avere la libertà di scegliere i professionisti da cui ricevere prestazioni sanitarie integrative; ai professionisti di poter rispondere alle richieste di prestazioni sanitarie in piena legalità; al sistema di recuperare gli oneri fiscali delle attività ora sommerse“.

È opportuno, evidenzia il gruppo di lavoro della Federazione, che l’impianto contrattuale preveda le cause di incompatibilità con l’esercizio dipendente.

Allo sviluppo delle competenze e la valorizzazione degli incarichi in ambito professionale e gestionale è dedicato un intero capitolo del documento. Questione complessa che viaggia su un binario parallelo: competenze gestionali e competenze avanzate sono due facce della stessa medaglia, perché il punto di raccordo è il riconoscimento delle stesse (anche a livello contrattuale) agli infermieri. Eloquente è la sintesi della Federazione: “Deve essere prevista una prospettiva di carriera per gli infermieri che hanno maturato competenze cliniche avanzate tramite percorsi formativi a livello universitario”.

Salvatore Petrarolo

 

Allegato

OSSERVAZIONI SULLA VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE PROFESSIONALI E GESTIONALI DEGLI INFERMIERI NEL NUOVO CONTRATTO DI LAVORO

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