Il presidente di uno dei sindacati degli infermieri, intervistato da Nurse Times, spiega le ragioni della protesta che il prossimo 23 febbraio porterà migliaia di professionisti in piazza a Roma. “Le Istituzioni sono tracotanti, ma noi andremo avanti”. Elogio alla Mangiacavalli per il sostegno alla protesta
ROMA – Lo sciopero del 23 febbraio prossimo? “Certo che è confermato. Non ci sono ragioni per nessuno ripensamento”. Antonio De Palma, presidente del sindacato Nursing Up, tiene la barra dritta in vista dell’appuntamento in programma la settimana prossima a Roma, dove sono attesi migliaia di infermieri per manifestare contro un rinnovo contrattuale che ha le sembianze di una farsa. “Non scioperiamo solo per una questione prettamente economica – spiega De Palma a Nurse Times – e per quell’aumento medio di 85 euro previsto dal rinnovo contrattuale. Noi scendiamo in piazza per una serie di altri diritti; la nostra è una battaglia di civiltà”.
Il presidente di Nursing Up ricorda che gli infermieri sono professionisti a 360 gradi e “non perché lo diciamo noi, ma perché lo riconosce la legge”. E allora più degli 85 euro in busta paga, il sindacato degli infermieri chiede “l’avanzamento di categoria da D a DS, i quattro giorni previsti per l’aggiornamento professionale, la possibilità di svolgere l’attività di libera professione anche ai dipendenti di aziende pubbliche” e su quest’ultimo punto De Palma assicura e rilancia: “Non c’è rischio di concorrenza sleale, perché un infermiere che esercita attività libera professionale, le competenze acquisite le può utilizzare nella struttura pubblica”.
Ma poi il ragionamento torna sui diritti minimi della professione infermieristica: sono quelli il filo conduttore di un contratto che Nursing Up non ha nessuna intenzione di firmare “ma sono curioso di vedere chi ha il coraggio di firmarlo” aggiunge De Palma.
Se un direttamente, il riferimento è ai sindacati confederali (Cgil, Cisl e Uil n.d.r.), gli stessi che nei giorni scorsi hanno attaccato la presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni sanitarie, Barbara Mangiacavalli, per aver detto pubblicamente di essere a favore dello sciopero degli infermieri. “Mi viene da ridere” commenta De Palma.
“Ma come si può contestare una persona che rappresenta la professione infermieristica per il solo fatto che quella persona o quell’istituzione sostenga gli infermieri nella loro dignità professionale e nel loro avanzamento professionale. La Mangiacavalli – aggiunge il presidente di Nursing Up – crea i migliori auspici per la propria categoria. Credo sia finito il tempo dei presidenti di Federazione che, in situazioni come queste, salivano sul trono e si astenevano dai commenti”.
L’endorsment della presidente della Federazione allo sciopero del 23 febbraio è quello più impegnativo, ma alla manifestazione della prossima settimana a Roma hanno dato adesione diversi Ordini provinciali (quelli di Milano, Firenze e Bat solo per citarne alcuni). “Sarà la prima azione di protesta degli infermieri” anticipa De Palma che auspica un cambio di rotta da parte delle istituzioni. “Ma questa è gente abituata a queste forme di manifestazioni” ammette. E allora, a giudizio del presidente di Nursing Up, bisognerà essere determinati “ad andare avanti. Se non ci ascolteranno andremo avanti perché abbiamo l’appoggio degli infermieri. La sanità è fatta anche e soprattutto dagli infermieri e non è più medico centrica”.
Salvatore Petrarolo
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