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Coronavirus, l’esperienza di una struttura in provincia di Campobasso.

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Coronavirus, l'esperienza di una struttura in provincia di Campobasso.
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Riceviamo e pubblichiamo una nota del collega Giovanni Cutolo, che ci scrive dal Molise.

Scrivo da Montenero di Bisaccia, in provincia di Campobasso, comune in zona rossa dal 19 marzo al 17 aprile. Svolgiamo la nostra attività professionale in una struttura residenziale non accreditata con il Servizio sanitario nazionale e abbiamo 95 posti letto, tutti occupati. Villa Santa Maria è una struttura ecclesiastica di proprietà delle suore Missionarie Della Dottrina Cristiana ed é divisa in due moduli: 75 posti dedicati a caasa di riposo e altri 20 di residenza sanitaria per disabili.

Abbiamo interdetto l’accesso a visitatori e familiari dei nostri utenti il giorno 26 febbraio. Dal 18 marzo, dato che il territorio comunale e i comuni limitrofi sembravano essere in cattive acque, io e i miei collaboratori, di cui 3 infermieri e 7 operatori socio sanitari, abbiamo deciso volontariamente di “autoquarantenarci” in struttura. Non abbiamo contatti con l’esterno da tempo. L’abbiamo fatto perché la nostra etica e deontologia ci ha chiamato a questo. I dipendenti delle pulizie entrano dopo che noi abbiamo liberato le stanze e gli interi piani di degenza. Per la cucina interna, la ditta appaltatrice prepara e ci manda il vitto tramite percorsi dedicati.

Garantiamo qualità assistenziale h24 con la supervisione degli specialisti tramite la telemedicina. La quarantena ci ha portati a dover praticare procedure mai eseguite prima nella nostra struttura, come le emotrasfusioni direttamente a domicilio o l’isolamento per i dializzati, possibili vettori di contagio. Con l’accertamento infermieristico giornaliero riusciamo a colmare le eventuali mancanze nei riguardi dei nostri ospiti e, ad oggi, non abbiamo nessun positivo al Covid-19.

Ci siamo formati con i Fad dell’Iss, abbiamo elaborato protocolli interni in relazione all’emergenza, abbiamo messo su tre unità di degenza per eventuali isolamenti. Ci serviamo dei consigli dati direttamente dal dipartimento di prevenzione della Asl. Ed eccoci qui: sono trascorsi 31 giorni dalla nostra coraggiosa decisione. Spero di aver reso l’idea. Stiamo vivendo un’esperienza che capita poche volte nella vita.

Giovanni Cutolo
Coordinatore infermieristico e responsabile di struttura
Opi Salerno

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