Il 17enne, non rimpatriato perché febbricitante, avrebbe comunque compreso le ragioni della sua esclusione.
È deluso, lo studente friulano di 17 anni che domenica non è potuto salire a bordo del Boieng 767 kc dell’aeronautica militare, atterrato ieri a Pratica di Mare con a bordo i 56 italiani che vivevano a Wuhan, città epicentro del coronavirus. Lui non c’era perché febbricitante, e quindi ritenuto a rischio contagio. Contagio che i test hanno comunque escluso.
«Fatemi tornare subito a casa», avrebbe detto. Nulla da fare. A fermarlo in aeroporto sono state le autorità cinesi, che durante un primo screening hanno rilevato una temperatura corporea di 37.7 gradi (il limite è fissato a 37.3). Temperatura salita a quasi 39 poco dopo, quando il ragazzo è stato visitato da medici italiani. I protocolli di sicurezza, finalizzati a tutelare gli altri italiani da rimpatriare, parlano chiaro: niente imbarco.
Nonostante la comprensibile delusione, pare che il 17enne abbia compreso le ragioni della sua esclusione. E comunque non è stato lasciato solo nemmeno per un attimo. Di lui si stanno adesso prendendo cura i sanitari cinesi. La febbre, però, non sarebbe scesa. Nelle prossime ore si scoprirà se ha contratto la malattia.
Redazione Nurse Times
Lascia un commento