Per i giovani trasgressori, scoperti dagli agenti della questura, è scattata la denuncia penale.
Lui è positivo al Covid-19 ed è chiuso in casa con la compagna e un’altra coppia di giovani coinquilini. Si annoiano e così, la sera di Pasqua, organizzano una festa con musica ad alto volume, coinvolgendo un’altra coppia di amici. La bravata incosciente è finita con sei denunce penali e altrettanti obblighi di quarantena per sei giovani di Lodi – una minorenne e gli altri fra i 19 e i 24 anni –, scoperti dagli agenti della questura mentre trascorrevano la serata di domenica in un appartamento del centro, in spregio a tutte le norme di distanziamento sociale.
Il peggio è emerso quando, durante i controlli, uno di loro ha ammesso di essere positivo al coronavirus. E tutti gli altri, secondo quanto raccontato agli agenti, ne erano a conoscenza. Il controllo è scattato alle 19 di domenica sera sulla base di diverse segnalazioni arrivate dai condomini di un palazzo di viale IV novembre, lungo i giardini pubblici Barbarossa.
Musica ad alto volume, risate, frastuono insopportabile: quando gli agenti delle volanti hanno bussato alla porta dell’appartamento, vi hanno trovato sei ragazzi (tre coppie). Quattro abitano nell’appartamento, gli altri due arrivavano da fuori. «Abbiamo portato la spesa ai nostri amici, e già che c’eravamo abbiamo pensato di mangiare qualcosa insieme», la spiegazione fornita alla polizia.
Dai controlli è emerso come uno degli occupanti dell’appartamento fosse in quarantena da giorni per essere risultato positivo al coronavirus. In più i due amici arrivati da fuori – un lodigiano di 21 anni e una minorenne di 17 anni che vivono insieme – sono recidivi: la settimana scorsa erano già stati sanzionati durante un controllo per essere stati trovati in giro per la città senza motivo («Facevamo una passeggiata»).
Una situazione ad altissimo rischio, quella riscontrata durante il festino proibito, con la probabilità di contagiarsi fra di loro e poi trasmettere il virus alle rispettive famiglie. I sei sono stati denunciati per violazione del Testo unico delle leggi sanitarie e i loro nomi comunicati all’Ats che ha imposto a ciascuno di loro un ulteriore periodo di quarantena di due settimane. L’inchiesta a loro carico prevede l’arresto da tre a 18 mesi e sanzioni da un minimo di 500 a un massimo di 5mila euro.
Redazione Nurse Times
Fonte: Corriere della Sera
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