Contro le aggressioni negli ospedali, il sindacato degli infermieri incontra l’Asp 3 di Catania. FSI-CNI: “Senza vigilanza i pronti soccorso di Caltagirone, Acireale, Paternò, Bronte e Rems, ospedale penitenziario giudiziario”.
COMUNICATO STAMPA
Contro le aggressioni negli ospedali, il sindacato degli infermieri incontra l’Asp 3 di Catania
FSI-CNI: “Senza vigilanza i pronti soccorso di Caltagirone, Acireale, Paternò, Bronte e Rems, ospedale penitenziario giudiziario”.
Questa mattina, presso l’Asp 3 negli uffici via di Canfora, il sindacato Fsi-Cni rappresentato da Calogero Coniglio e Maurizio Cirignotta, nelle rispettive qualità di segretario regionale ed RSU ASP Catania della FSI-CNI..
I dirigenti sindacali, in merito a problematiche di sicurezza dei luoghi di lavoro nell’Asp 3, hanno rappresentato e denunciato il notevole rischio per l’incolumità fisica e psicologica a cui risultano giornalmente esposti i lavoratori addetti ai pronto soccorso dei presidi ospedalieri di Caltagirone, Acireale, Paternò, Bronte e nel presidio Rems (Residenza di Massima Sicurezza).
” In queste strutture, sprovvisti di vigilanza paradossalmente anche nell’ospedale penitenziario giudiziario – spiega Coniglio – gli infermieri sono spesso aggrediti, verbalmente e fisicamente, da pazienti o dai loro accompagnatori. Al fine di eliminare o, perlomeno, ridurre al minimo il superiore rischio, questa organizzazione sindacale ritiene necessaria l’installazione di appositi impianti di video-sorveglianza e l’istituzione di un servizio di vigilanza attiva che preveda la presenza, 24 ore su 24, di almeno due guardie giurate per ogni singolo pronto soccorso, una all’esterno e una all’interno o in alternativa, la presenza di un posto di Polizia. In tal merito abbiamo consegnato una nota nelle quale sono state esplicitate le problematiche e le richieste per la risoluzione”.
L’ingegnere Natale Aiello, in rappresentanza del Direttore Generale Ida Grossi, ha preso atto dell’attuale situazione di rischio e ha dichiarato, come da verbale che “oltre a rappresentare un pericolo per l’incolumità fisica dei lavoratori, può costituire per gli stessi fonte di stress lavoro-correlato, così come rappresentato dal D.Lgs 81/80 e, pertanto, ritenendo necessario l’adozione di provvedimenti atti all’eliminazione di tale rischio, provvederà a trasmettere gli atti del presente incontro al Direttore Generale per il proseguo di competenza”.
“La FSI-CNI – dichiara Coniglio – rimane così in attesa di un riscontro urgente da parte del Direttore Generale, che è il primo responsabile della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro dei dipendenti, nel verbale di oggi sottoscritto, da ambo le parti, pubblica e sindacale, ha precisato che si riserva ulteriori azioni sindacali e comunicazioni alle Autorità competenti”.
“La segreteria regionale della FSI-CNI Sicilia in relazione alla aggressioni ospedaliere e alla carenza infermieristica – conclude Cirignotta – e del personale delle 22 professioni sanitarie, è da 4 anni che lotta, ha esposto il fenomeno dell’aumento delle aggressioni ospedaliere nelle denunce presentate alle 9 Procure siciliane, alle Prefetture, ai sindaci, ha presentato sulle aggressioni e la carenza di personale, quest’ultima anche causa di lunghe lista d’attesa che alimenta le aggressioni, 3 interrogazioni parlamentari alla Camera e al Senato ai Ministri Lorenzin e Alfano, e in audizione lo scorso mese in VI commissione regionale sanità all’ARS alla presenza dell’On. Di Giacomo, non ultimo incontro con il Questore di Catania, che finalmente ha portato ad un risultato, siamo riusciti a far raddoppiare la sorveglianza nel Pronto Soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele di Catania dove sono adesso operativi due vigilantes in più: uno armato all’esterno e uno disarmato dentro, nel corridoio del Pronto Soccorso.
Comunicato stampa a cura della Segreteria Regionale
Calogero Coniglio
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