Vladimir Putin aveva annunciato giorni fa che la Russia avrebbe registrato il primo vaccino contro il nuovo coronavirus. Il nome del nuovo farmaco è Sputnik V. Il vaccino sarebbe stato stato messo a punto dal centro federale di ricerca per l’epidemiologia e la microbiologia N. F. Gamaleya. La comunità scientifica si schiera unanime contro il vaccino russo.
La registrazione del farmaco sarebbe, infatti, arrivata senza completare tutte le fasi di sperimentazione. Secondo gli esperti troppo pochi sono i dati su cui si basa Sputnik V.
La decisione di dichiarare il vaccino già pronto sarebbe “avventata” secondo Francois Balloux, dello University College di Londra. L’immunologo Danny Altmann, dell’Imperial College di Londra, si spinge anche più in la nelle sue considerazioni: teme, infatti, che il vaccino possa causare una malattia più “grave, cosa che accade quando gli anticorpi generati dal vaccino entrano nelle cellule, dopo l’esposizione al virus”.
La Russia lascia il vaccino ma non ha ancora completato la fase 3, quella con cui il vaccino viene testato su un vasto numero di persone per verificarne tossicità ed efficacia. Dovrebbe partire il 12 agosto su 2000 persone tra Russia, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Brasile e Messico, mentre la produzione di massa del vaccino dovrebbe iniziare a settembre. Finora è stato provato solo su 76 volontari, ma i risultati di questa sperimentazione non sono stati pubblicati.
I dubbi degli esperti sono definiti infondati dal ministro della Salute russo, Mikhail Murashko.
Fonti: Ansa, Il Sole24Ore
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