I fatti risalgono al 2006. Tra le vittime figurano due minorenni. Il dottore si licenziò nella speranza di limitare i danni.
Era stato un infermiere a rendersi conto che quelle “cure”, prestate dal medico alle pazienti, erano del tutto fuori luogo, se non addirittura un reato. Del resto, rimanere senza slip per una piccola ustione al braccio rappresentava più che un campanello d’allarme. Era stato il personale del Pronto soccorso di Cittadella (Padova) a tenere alta l’attenzione sul dottor R.L.R., 47 anni, che nel 2016 era stato da poco assunto in prova a Cittadella. Si è dovuto licenziare alla fine di quell’anno: sul suo conto si erano accumulate sei denunce per violenza sessuale, aggravata dal fatto di essere, nel momento della prestazione della cura, un pubblico ufficiale. Due di queste violenze erano aggravate anche perché le vittime erano minorenni.
I fatti sono accaduti tra l’ottobre e il novembre del 2016. Fu una paziente a rivolgersi all’Ufficio per le relazioni con il pubblico dell’ospedale, raccontando al funzionario di una strana visita per un dolore all’addome, finita con il medico che le aveva fatto togliere gli slip, palpeggiandola più volte. L’addetto all’Urp ne parlò subito con la direzione e partì un’indagine interna, poi sfociata nella segnalazione di alcuni casi alla procura della Repubblica. Il fascicolo finì sul tavolo del pm Giorgio Falcone, che raccolse, appunto, sei casi in tutto di violenza sessuale. Nel frattempo R.L.R., messinese residente a Brescia, decise di licenziarsi per limitare il danno.
Ieri il medico doveva essere giudicato con rito abbreviato, ma il gup Margherita Brunello ha deciso di nominare uno psichiatra per capire se l’imputato sia affetto da qualche disturbo della personalità. Tra i capi di imputazione contestati c’è anche un caso che denota una particolare (presunta, non c’è ancora condanna) perversione del medico, ed è l’episodio del 10 novembre 2016, quando al Pronto soccorso si presentò una ragazzina minorenne con una patologia gastrica. Gli atti sessuali contestati in questo caso riguardano un’attenzione particolare ai piedi, sottoposti per lungo tempo a massaggi e palpeggiamenti. “Cure” totalmente fuori luogo in rapporto alla patologia per la quale era stata ricoverata. In un altro caso, sempre con una paziente minorenne, il medico avrebbe addirittura imposto alla ragazza, affetta da mal di stomaco, di rimanere senza slip, nonostante lei, a disagio per quella richiesta, avesse tentato di rivestirsi.
«Abbiamo fatto in modo che la procura avesse da noi tutte le indicazioni sui fatti che avevamo raccolto – spiega Patrizia Benini, direttore sanitario dell’Ulss Euganea –. Il merito va anche all’addetto dell’Urp che ha raccolto la prima denuncia, capendo subito la delicatezza del caso. È importante che sia sempre preservato il patto con i pazienti, che devono rivolgersi con fiducia alle nostre strutture sanitarie».
Redazione Nurse Times
Fonte: Corriere del Veneto
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