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Cina, Alzheimer a 19 anni: è il caso di paziente più giovane mai diagnosticato

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Alzheimer e herper simplex, studio italiano rivela possibile connessione
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Lo riferiscono i medici del Capital Medical University di Pechino in un articolo apparso sul Journal of Alzheimer’s Disease.

In Cina è stato diagnosticato il caso di paziente più giovane con la malattia di Alzheimer: è un ragazzo di 19 anni. Lo riferiscono i medici del Capital Medical University di Pechino in un articolo apparso sul Journal of Alzheimer’s Disease. Presentava da due anni sintomi tra cui perdita di memoria, difficoltà di concentrazione, reazioni ritardate e difficoltà di lettura. Quando i medici lo hanno visitato non riusciva nemmeno a ricordare cosa avesse mangiato a cena il giorno prima e ha dovuto ritirarsi dall’ultimo anno di liceo.

Esami cerebrali hanno rivelato che il suo ipotalamo, un’area del cervello che svolge un ruolo nella cognizione, si era ridotto. Hanno anche mostrato danni al lobo temporale e livelli elevati di una proteina chiamata Tau. Tutti segni distintivi dell’Alzheimer. Poi sono stati condotti test cognitivi in cui il paziente doveva ascoltare e ripetere una serie di parole dopo un ritardo breve o lungo, e si è giunti alla conclusione che la sua memoria è compromessa in modo significativo.

Ulteriori immagini cerebrali hanno mostrato che il suo ippocampo, responsabile delle prestazioni della memoria, era atrofizzato. L’atrofia dell’ippocampo è tipicamente attribuita all’accumulo della proteina Tau, che si raccoglie all’interno dei neuroni, e all’accumulo di placche nel cervello, sempre causate dal morbo di Alzheimer. Testato anche il liquido cerebrospinale, in cui hanno è stata trovata una concentrazione anormalmente elevata della proteina P-tau181, un biomarcatore ben noto della demenza di Alzheimer.

Per escludere la possibilità che l’adolescente fosse geneticamente predisposto a sviluppare la demenza, gli scienziati hanno eseguito il sequenziamento dell’intero genoma, una procedura di laboratorio che rivela la composizione completa del Dna di una persona. Sebbene abbiano trovato prove di placche nel liquido cerebrospinale del paziente, i ricercatori non hanno identificato le placche amiloidi, tipiche e gli elevati livelli di Tau nel cervello.

Redazione Nurse Times

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