Così il presidente del sindacato di categoria: “Finalmente anche la politica si riocorda di noi, ma non saranno solo effimeri proclami da campagna elettorale?”.
“Arriva in questi giorni, potremmo dire finalmente, il grido d’allarme unanime della classe politica italiana, che indistintamente, da destra a sinistra, solleva la scottante questione della voragine causata dalla carenza infermieristica. Qualcuno si sta accorgendo, ed era ora, che la sanità italiana barcolla da anni, alla luce dei dati schiaccianti che raccontano di ben 80-85mila infermieri mancanti all’appello nelle realtà ospedaliere”. Così Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato Nursing Up.
“Non crediamo ai nostri occhi – aggiunge -, leggendo anche le dichiarazioni di esponenti politici che solo ora lanciano l’allarme sul concreto rischio di spreco di quelle risorse: ben 7 miliardi di euro, che fanno capo alla Missione 6 del Pnrr, che entro il 2026, dal momento che si tratta di denaro in arrivo dall’Europa, deve essere inevitabilmente portata a termine, passando attraverso le forche caudine di esami trimestrali, per verificare l’andamento dei progressi dei progetti in corso”.
Prosegue De Palma: “E sempre esponenti politici, che finora, chissà come mai, avevano pensato bene di tacere, soltanto adesso si ricordano di denunciare a gran voce, come il piano relativo alla ricostruzione dell’assistenza territoriale, priorità assoluta nell’ambito dell’indispensabile rivoluzione che deve investire il nostro sistema sanitario, non faccia assolutamente il paio in questo momento con un piano di assunzioni degno di tal nome. L’eccezione, aggiungiamo noi, riguarda solo le iniziative di quelle Regioni cosiddette virtuose, che stanno lentamente facendo ripartire la macchina concorsuale, ma non esiste di fatto un piano strategico che parta dall’alto e che investa il Paese da nord a sud per coprire quello che sarà l’ulteriore fabbisogno di infermieri, e in particolare di infermieri di famiglia, del cui fondamentale ruolo chiave, nel rapporto diretto con il cittadino al di fuori delle realtà ospedaliere, si parla ancora troppo poco”.
E ancora: “Chi ci conosce sa che uno dei nostri principali modus operandi è quello di analizzare a fondo, ogni giorno, guardando costantemente negli occhi gli infermieri e gli altri professionisti sanitari, dialogando con loro, tutte le problematiche che li riguardano. Da mesi e mesi il Nursing Up, attraverso le sue campagne stampa, evidenzia in rosso non solo la carenza infermieristica, arrivata all’acme, ma anche la nuova esigenza di professionisti legata alla Missione 6. Per soddisfare le aspettative del Pnrr è ben noto che serviranno circa 30mila infermieri in più: 20mila per far fronte all’introduzione del nuovo infermiere di comunità, che prevederà un infermiere ogni 3mila abitanti, e altri 10mila necessari nelle 1.200 nuove case di comunità”.
Sempre De Palma: “A questo punto, a fronte di una voragine strutturale che ci racconta amaramente di ben 80mila infermieri che già mancano all’appello, come pensiamo di creare i presupposti per non mandare letteralmente in fumo il fiume di denaro che abbiamo tra le mani? Non vorremmo mai che la classe politica si ricordasse solo ora delle scottanti questioni della sanità italiana, e che si trattasse di effimeri barlumi di luce legati all’imminente campagna elettorale all’interno di un tunnel ancora buio e tortuoso, la cui via d’uscita è ben lontana”.
Conclude il presidente Nursing Up: “Le esperienze del recente passato, con le nostre lotte di piazza, hanno ampiamente dimostrato che la memoria della classe dirigente è fin troppo corta e che si corre il rischio che dai proclami si possa passare alle ennesime pacche sulle spalle. O ancora peggio ai soliti voltafaccia, di cui adesso più che mai gli infermieri e i cittadini non hanno bisogno”.
Redazione Nurse Times
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