Il capogruppo regionale di Forza Italia si dice preoccupato dopo l’allarme lanciato dai sindacati: “A rischio pazienti e operatori”.
«La carenza di personale addetto all’assistenza dei pazienti negli ospedali della Asl Toscana Nord Ovest assume contorni preoccupanti, con un rapporto tra sanitari e pazienti doppio o più rispetto a quanto previsto dagli studi sugli standard ottimali. Questi dati, prodotti dai sindacati infermieristici, non solo mettono a rischio i professionisti dell’assistenza, piegati da carichi di lavoro massacranti, ma anche i loro pazienti. Bisogna non solo garantire la copertura del turnover in vista dei pensionamenti, ma anche procedere a nuove, tempestive assunzioni. E non col contagocce, come fatto finora». Così il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Maurizio Marchetti (foto), preoccupato per la piega che stanno prendendo i rapporti tra lavoratori della sanità e Asl Toscana Nord Ovest, in particolare per quanto riguarda la carenza di personale infermieristico.
«Da tempo – ricorda Marchetti – la Toscana è indietro per numero di infermieri in corsia. Fatta eccezione per il decreto emanato dal ministero della salute il 13 settembre 1988, norme nazionali di riferimento sulle piante organiche non ce ne sono e la materia è demandata alle Regioni. Ci sono però gli studi. Solo a novembre dello scorso anno, nel suo rapporto “Health at a Glance Europe 2018”, l’Ocse confermava che in Italia il numero di infermieri per mille abitanti era tra i più bassi nei 35 Paesi considerati. La Toscana, in questo contesto, non brilla. Un’elaborazione dell’Ordine delle professioni infermieristiche, basato sul conto annuale della Ragioneria dello Stato, mostra come in Toscana il rapporto tra infermieri e medici, internazionalmente ritenuto ottimale all’1:3, si attesta a 1:2,6. Per raggiungere il rapporto ottimale mancherebbero 2.955 infermieri».
Entrando nello specifico del territorio: «Nell’Asl Nord Ovest le carenze appaiono più sofferte che altrove, in un contesto in cui esse sono comunque strutturali. Certo non possono essere ritenuti sufficienti i reclutamenti di una o due unità per presidio ospedaliero, magari assunte a tempo determinato. Anzi, dirò di più: queste iniziative aziendali a pizzico di sale rischiano di far bruciare ancor più la ferita del sottodimensionamento degli organici per quei lavoratori dell’assistenza che ogni giorno sono sovraccaricati di una mole di lavoro superiore al normale».
L’unica via, torna a invocare Marchetti, è quella delle assunzioni: «Urgono reclutamenti di personale stabile e motivato con cui ristrutturare gli organici degli ospedali toscani, in particolare a Lucca, in Versilia, a Massa Carrara, Pisa e Livorno, riprogettandoli sulla base dei nuovi e crescenti bisogni di assistenza e cura espressi dalla popolazione. Esasperare gli animi dei lavoratori della sanità non serve ad altro che ad aumentare stress e rischio lavoro-correlati, esponendo a ripercussioni anche i pazienti».
Redazione Nurse Times
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