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Carcinoma mammario metastatico: il possibile ruolo delle cellule tumorali circolanti

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Carcinoma mammario metastatico: il possibile ruolo delle cellule tumorali circolanti
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Secondo una meta-analisi presentata al San Antonio Breast Cancer Symposium, potrebbero essere una misura prognostica di sopravvivenza globale.

Una determinazione precoce del numero di cellule tumorali circolanti (CTC) potrebbe essere una misura prognostica di sopravvivenza globale nelle pazienti con carcinoma mammario metastatico. È quanto emerge da una meta-analisi presentata al San Antonio Breast Cancer Symposium (SABCS) 2020.

«Le risposte al trattamento del cancro al seno sono tipicamente monitorate mediante l’imaging convenzionale, ma questo metodo richiede tempo – circa tre mesi, a seconda del sottotipo – prima che i cambiamenti possano essere rilevati – ha spiegato Wolfgang Janni, dello Ulm University Hospital, Ulm, Germania, autore del lavoro –. Eravamo interessati a determinare se la risposta al trattamento e la prognosi potessero essere previste in anticipo,m utilizzando un semplice esame del sangue».

In questo studio, Janni e colleghi hanno valutato il potenziale delle CTC, liberate dal tumore primario nel flusso sanguigno, come marker prognostico di sopravvivenza globale. I ricercatori hanno analizzato i set di dati aggregati di studi randomizzati e controllati che hanno incluso complessivamente 4.079 pazienti con carcinoma mammario metastatico, in cui sono state misurate le CTC al basale e al follow-up utilizzando il test CellSearch. Il tempo mediano dal basale al follow-up è stato di 29 giorni. I cambiamenti nei livelli di CTC tra le due misurazioni sono stati analizzati per determinare l’associazione con la sopravvivenza globale.

L’analisi dei dati ha evidenziato 2.961 pazienti CTC-positive al basale, delle quali 1.855 sono rimaste CTC-positive dopo l’inizio del trattamento (positive/positive) e 1.106 hanno avuto una conversione a CTC-negative (positive/negative). Delle 1118 pazienti che erano CTC-negative al basale, 813 sono rimaste CTC negative (negative/negative), mentre 305 sono diventate CTC-positive (negative/positive). La sopravvivenza globale media più elevata è stata riscontrata nelle pazienti negative/negative (47 mesi), seguite da quelle positive/negative (32,2 mesi), quelle negative/positive (29,67 mesi) e, infine, quelle positive/positive (17,87 mesi).

Rispetto alle pazienti negative/negative, il rischio di morte era maggiore del 215% per le pazienti con positive/positive, del 74% più elevato per quelle negative/positive e maggiore del 52% per le pazienti positive/negative. Per le donne CTC-positive al basale, quelle che mantenevano la positività al follow-up avevano un rischio di morte del 51% maggiore rispetto a quelle diventate CTC-negative.

Tendenze simili si sono riscontrate anche quando i ricercatori hanno analizzato le dinamiche delle CTC a seconda del sottotipo di carcinoma mammario, includendo i tumori positivi per i recettori ormonali, gli HER2-positivi e i tripli negativi. Infatti si è trovata un’associazione tra dinamica delle CTC e sopravvivenza globale per tutti i sottotipi di neoplasia mammaria considerati.

«Questi dati indicano che le dinamiche delle CTC possono prevedere la traiettoria della malattia poco più di quattro settimane dopo l’inizio del trattamento – ha commentato Janni –. Ciò fornisce un vantaggio rispetto ai metodi di imaging convenzionali e può aiutare i medici a determinare precocemente se un trattamento debba essere continuato. È anche assai rassicurante che la valutazione delle dinamiche delle CTC nel sangue abbia predetto i risultati per tutti i sottotipi di carcinoma mammario».

Redazione Nurse Times

Fonte: PharmaStar

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