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Cancro dell’utero da Hpv, IFO: “Screening e vaccino per eliminarlo”

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Cancro dell'utero da Hpv, IFO: "Screening e vaccino per eliminarlo"
Image of a woman in a white dress and 3d model of the reproductive system of women above her hands. Concept of a healthy female reproductive system.
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Gli Irccs Regina Elena e San Gallicano forniscono contributo clinico, sperimentale e di informazione per l’eradicazione della patologia. 

Eliminare per la prima volta dalla faccia della terra un tumore umano è possibile. Si tratta del carcinoma della cervice uterina causato da HPV. A lanciare l’appello è l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), attraverso una call che recita: su scala mondiale, arrivare al 90% della popolazione da vaccinare, raggiungere con lo screening il 70% delle donne e trattare validamente il 90% dei CIN III (lesioni pre-cancerose) dovrebbe portare alla eliminazione del tumore.

In questo ambito da oltre dieci anni la HPV-Unit degli IRCCS Regina Elena e San Gallicano si occupa da una parte del management a tutto tondo del paziente, perché questa patologia può colpire diversi organi ed essere quindi trattata da più specialisti, e dall’altra della comunicazione e della informazione sull’HPV. “One less worry”, “Una preoccupazione di meno”, è stsato il claim di venerdì 4 marzo, Giornata internazionale contro l’HPV, che sta proprio a significare che abbiamo tutti i mezzi, screening e vaccino, per debellare il papillomavirus, ma è importante che la gente ne sia informata.

“I papillomavirus (PV) – spiega Aldo Venuti, medico e ricercatore dell’HPV Unit – sono una famiglia di virus presenti in tutte le specie animali dagli uccelli ai pesci, dai rettili ai mammiferi compreso l’uomo, praticamente erano già presenti nei nostri progenitori ancestrali. Gli HPV infettano la cute e le mucose dell’uomo. Solo alcuni di questi virus, denominati ad alto rischio, possono provocare il cancro. Si calcola che oltre l’80% delle persone sessualmente attive ha almeno un’infezione genitale da HPV ad un certo punto della loro vita. La storia naturale nei due sessi è differente: i maschi si infettano più di frequente ma difficilmente sviluppano lesioni, le donne si infettano con minore frequenza ma hanno una maggiore propensione alla persistenza dell’infezione, primo passo verso un’eventuale evoluzione cancerogena”.

Prosegue Venuti: “Per l’apparto genitale femminile, la diagnosi citologica ha rappresentato un cardine della prevenzione dei tumori dovuti all’infezione da HPV. Adesso con i test molecolari abbiamo la possibilità di anticipare la diagnosi e soprattutto di allungare i tempi di screening, in caso di test negativo. C’è da rilevare che il test HPV purtroppo è valido clinicamente solo per le donne e non per gli uomini, inoltre non è attualmente utilizzato per i tumori dell’orofaringe HPV-associati e attualmente in crescita nella popolazione. Contro gli HPV ad alto rischio abbiamo un vaccino estremamente efficace e sicuro. Come già ricordato, quasi tutti incontreremo l’HPV dal momento dell’inizio dell’attività sessuale e quindi prevenire l’infezione ha la massima utilità in età pre-pubere. In Italia vengono chiamati a vaccinazione gratuita le femmine ed i maschi al compimento del 11° anno di età. Anche in età successive si è visto che il vaccino ha la sua efficacia”.

E ancora: “I dati a disposizione indicano che nelle popolazioni con copertura vaccinale oltre il 70% si è avuta la eradicazione della condilomatosa genitale (malattia sessualmente trasmessa da HPV 6 e 11), delle lesioni pre-neoplastiche (CIN III), ed una sostanziale riduzione dei tumori della cervice uterina”. La vaccinazione HPV rappresenta un presidio fondamentale nel prevenire anche altri tumori, anale e orofaringeo, e per proteggere popolazioni a particolare rischio come gli immunodepressi, gli HIV positivi e gli LGTBQ.

“Nel campo della terapia – spiega Venuti – sostanziali avanzamenti ci sono stati con l’utilizzo del vaccino preventivo dopo il trattamento delle lesioni HPV-associate con sostanziale riduzione delle recidive. I vaccini terapeutici attualmente sono in studi clinici, ed è atteso che a breve vengano approvati dalle autorità Sanitarie (FDA – EMA). Infine, i tumori HPV-associati si possono giovare anche della chirurgia robotica per la loro cura, sia a livello genitale che della cavità orale”.

In conclusione, l’HPV-Unit IFO fornisce tutto il supporto all’eradicazione di questa patologia con un vasto contributo sperimentale (vaccini terapeutici, farmaci, nuovi biomarkers di follow-up) e clinico (couseling del paziente HPV, colposcopia, anoscopia ad alta risoluzione, screening per patologie orali, terapia dei tumori HPV-associati, chirurgia robotica e di informazione). Quest’ultimo punto resta basilare in quanto la vaccinazione è in calo in quasi tutte le Regioni Italiane. E il messaggio finale non può non essere: “Vaccinatevi, sia femmine che maschi, contro gli HPV. Il vaccino HPV è sicuro, quindi non ti farà male anche se sei più grande”.

Redazione Nurse Times

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