Un incidente in bicicletta ed i costanti tagli alla sanità pubblica avrebbero potuto costare la vita di un bambino, vittima di un grave incidente in bicicletta.
Il manubrio del piccolo mezzo di trasporto ha perforato l’addome del bimbo, facendo comprendere subito alla madre infermiera, quanto fosse grave la situazione clinica.
La donna, contro ogni procedura, ha deciso di trasportare personalmente in auto il figlioletto di soli 4 anni presso il vicino ospedale Dono Svizzero di Formia.
In Pronto Soccorso i sanitari hanno dovuto prendere una decisione molto difficile: trasferire il bambino presso un ospedale pediatrico, con il rischio di non arrivare in tempo a Roma, oppure operarlo sul posto. Un rapido consulto telefonico tra il chirurgo reperibile ed il dirigente che si trovava al mare in ferie poi la decisione di provare a intervenire sul posto.
Il dirigente era a Sperlonga, in spiaggia, e non ci ha pensato un attimo: «Ho detto di preparare tutto che sarei arrivato, poi ho pensato al traffico domenicale, a quel punto ho chiamato i carabinieri e chiesto di essere scortato». Il comandante della stazione dell’Arma, Salvatore Capasso, non ha perso un istante e, 12 minuti dopo Vincenzo Viola, responsabile della chirurgia di Formia, era in sala operatoria.
Nell’incidente il bambino ha riportato un’emorragia massiva, con imminente rischio di morte. È stata necessaria una splenectomia per scongiurare il decesso.
Il tempestivo intervento del medico fuori servizio e degli uomini del Nucleo Radiomobile dei Carabinieri hanno permesso di rendere meno complicata del previsto una situazione che inizialmente appariva proibitiva.
Il piccolo è ora ricoverato in terapia intensiva. La prognosi resta riservata, ma senza il tempestivo intervento, l’esito sarebbe sicuramente stato tragico.
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