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Bimbo disabile dopo il vaccino esavalente: sentenza del TAR

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Una sentenza del TAR dell’Emilia Romagna ha stabilito un indennizzo di 500mila Euro a seguito della “puntura”. Secondo le motivazioni della sentenza il piccolo contrasse una cerebropatia cronica con grave ritardo nell’apprendimento.

Mezzo milione di euro. È quanto il ministero della Salute dovrà versare a una famiglia modenese per i danni che il vaccino esavalente ha provocato al figlio: una cerebropatia cronica con grave ritardo nell’apprendimento. A stabilirlo è stato il Tar dell’Emilia Romagna, e la cifra complessiva è stata decisa in sede civile.

Tutto ha avuto inizio nel 2004, quando il piccolo aveva appena tre mesi di vita. Nel 2001 inizia la causa civile e, dopo numerose battaglie legali, nel 2013, al termine di complesse perizie e studi sul caso, in primo grado viene dimostrato un nesso di causalità tra la somministrazione di Infanrix Hexa, il vaccino iniettato nel 2004, e le patologie immediatamente insorte nel piccolo. Il ministero, già allora, viene condannato a risarcire la famiglia. E lo fa versando una prima tranche dell’indennizzo. Dei restanti soldi, invece, la famiglia modenese non vede nemmeno un centesimo. Il ministero sembra come “addormentato”. Quindi, lo scorso 20 febbraio la seconda sezione del Tribunale amministrativo regionale ha accertato l’illegittimità del silenzio serbato dal ministero della Salute riguardo alla domanda di indennizzo presentata dalla famiglia del bambino, che oggi è un adolescente, in base alla Legge 229 del 2005.

Si tratta, in questo caso, del riconoscimento di un indennizzo aggiuntivo per i danneggiati da complicanze di tipo irreversibile, causate appunto da vaccinazioni obbligatorie. I giudici della seconda sezione del Tribunale di Modena, inoltre, hanno condannato il ministero a versare l’indennizzo entro e non oltre 90 giorni dalla sentenza. In totale, il risarcimento per i danni subiti dal minore si aggira attorno al mezzo milione di euro, come riportato dal Resto del Carlino di Modena.

«I primi sintomi – spiega il legale della famiglia, Francesco Terrulierano insorti nel piccolo dopo la puntura. Parliamo del vaccino esavalente somministrato quando il bambino aveva tre mesi di vita. Il tribunale, con sentenza del 2013, vista la consulenza tecnica d’ufficio, ha riconosciuto il nesso di causa tra la somministrazione del vaccino (contro pertosse, tetano, poliomelite, tra le altre malattie) e i deficit. Il ministero pagò una prima tranche. Poi, essendo previsto l’ulteriore indennizzo dalla legge 229 del 2005, abbiamo presentato nel 2017 un’ulteriore domanda per ottenere il risarcimento, anche perché le condizioni dell’adolescente sono gravi. Eppure il ministero, ancora una volta, è rimasto in silenzio. Il 20 febbraio il Tar ci ha dato ragione».

Una sentenza che non mette assolutamente in dubbio l’effettiva efficacia dei vaccini come evidenziato dalla comunità scientifica.

 

Redazione Nurse Times

Fonte: Libero

 

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