L’intervento delle Fiamme Gialle ha fatto emergere una forma di sfruttamento dei lavoratori, sempre più frequente in ambito infermieristico.
Gli uomini della Guardia di Finanza di Biella hanno sottoposto a controllo una struttura sociosanitaria presente sul territorio. Durante l’indagine, nell’ambito di un’attività operativa in materia di spesa pubblica, sono stati effettuati approfondimenti riguardanti l’inquadramento del personale.
Gli impiegati sarebbero stati tutti assunti da una società che ha appaltato il servizio di fornitura del personale. Particolare attenzione è stata posta dai finanzieri sulle situazioni contrattuali di infermieri e operatori sociosanitari, frequentemente inquadrati come apprendisti.
Occorre ricordare come la normativa attualmente in vigore individui una precisa corrispondenza tra fabbisogno assistenziale degli ospiti e la misura di assistenza minima da erogare da parte delle varie figure professionali. Il minutaggio relativo a un apprendista non può in alcun modo essere rendicontato per il raggiungimento degli standard assistenziali minimi.
È immediatamente parso bizzarro l’inquadramento come apprendisti della quasi totalità di professionisti dipendenti, soprattutto considerato il fatto che ognuno di loro veniva effettivamente impiegato come infermiere o oss a tutti gli effetti. I minutaggi erogati devono essere rendicontati e comunicati costantemente alla Asl locale, che è deputata alla funzione di vigilanza.
Centinaia di dipendenti della società erano stati inquadrati altrove correttamente con stipendi e relativi contributi, in linea con le qualifiche possedute e gli incarichi ricoperti. Nell’azienda verificata, invece, ogni neoassunto diveniva regolarmente un apprendista.
Grazie alla proficua collaborazione tra Guardia di Finanza, Ordine degli infermieri di Biella e Inps, è stato appurato come tale modus operandi fosse esclusivamente finalizzato alla realizzazione di un’evasione contributiva ai fini assistenziali e previdenziali. Non da meno il risparmio derivante dall’abbattimento dei costi del personale: i giovani infermieri neolaureati e oss venivano retribuiti con meno della metà dello stipendio previsto dai rispettivi Ccnl.
La società ispezionata avrebbe pertanto sottoposto a un’evidente forma di sfruttamento i lavoratori, oltre a essersi dimostrata colpevole di evasione contributiva e previdenziale. Le azioni intraprese hanno anche determinato un mancato introito nelle casse dell’erario a causa della omessa effettuazione delle ritenute d’acconto ai fini Irpef sul maggior reddito non corrisposto.
Durante le indagini sono emersi ben 331 lavoratori assunti irregolarmente come apprendisti, con una quantificazione di contributi assistenziali e previdenziali evasi per un ammontare complessivo pari a 1.684.179,37 euro. A questa cifra esorbitante andranno sommate le sanzioni che saranno erogate dall’Inps e dall’Ispettorato territoriale del lavoro. L’intervento delle Fiamme Gialle è stato quindi fondamentale per la lotta allo sfruttamento dei lavoratori, sempre più frequente in ambito infermieristico.
Simone Gussoni
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