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Autonomia differenziata in sanità, il monito di Schillaci: “Regioni siano guidate dal ministero”

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Medici a gettone, Schillaci: "Ricorso eccessivo e talvolta improprio. Allo studio intervento straordinario e d'urgenza"
ORAZIO SCHILLACI MINISTRO
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Si infiamma il dibattito politico sul disegno di legge presentato dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli. Si apre una crepa anche in seno al Governo, in particolare tra il ministro della Salute e Matteo Salvini.

E’ ancora muro contro muro sull’autonomia differenziata, con il Centrodestra che parla di riforma storica e il Pd che definisce il testo “spacca-Italia”. Lo scontro, però, non è solo tra maggioranza e opposizione: all’indomani del varo del disegno di legge si apre una crepa anche in seno al Governo, in particolare sulla sanità, tra il ministro Orazio Schillaci e il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini.

Il primo, tecnico di area FdI, lancia un monito, chiedendo che le Regioni siano in qualche modo “guidate dal ministero della Salute” che a suo dire “non solo deve avere un potere di indirizzo e distribuzione dei fondi, ma deve anche sostenere un meccanismo virtuoso, insieme alle Regioni, per capire chi lavora meglio e aiutare chi è in difficolta o non riesce a lavorare così bene”.

Di tono assai diverso l’intervento di Salvini: “Se in alcune Regioni il livello di assistenza sanitaria è scadente, non è per l’autonomia, che non c’è, ma è per l’incapacità di alcuni governatori. Penso a De Luca ed Emiliano, che chiacchierano e per anni non hanno fatto nulla”.

Al di là del tema specifico, l’appello dal sapore “centralista” di Schillaci, in qualche modo, rappresenta bene lo sforzo che sta facendo Fratelli d’Italia per garantire il proprio elettorato meridionale sul fatto che questa riforma, fortemente voluta dalla Lega, non aumenterà in alcun modo i divari esistenti tra Nord e Sud.

In tal senso vanno lette le parole rassicuranti del ministro Francesco Lollobrigida, molto vicino alla premier Giorgia Meloni: “Il nostro partito nasce dalla coesione nazionale, un partito radicato e forte al Sud. Potrebbe mai approvare un testo di legge che produce quell’effetto? Sarebbe un po’ un suicidio”.

Ma a parte i dissapori interni al Centrodestra, la polemica tra la maggioranza e tutte le opposizioni resta fortissima. Uno scontro reso ancora più violento dal clima pre-elettorale, a una settimana dal voto in Lombardia e nel Lazio.

Piero Fassino, ex leader dei Ds, lo denuncia in modo esplicito: “Il Governo vuole imporre un centralismo regionale spezzettato, disorganico, che crea disuguaglianze e divide il Paese. Uno specchietto per le allodole per raccattare qualche voto per le elezioni regionali”.

Così, invece, Francesco Boccia (Dem), “Il Governo si è piegato alla peggior Lega. Quella di Fontana e Calderoli non è l’autonomia prevista dalla Costituzione, ma quella deteriore contro l’uguaglianza, la scuola pubblica e la sanità pubblica. Per loro autonomia coincide con privatizzazione dei servizi”.

Anche il governatore della Puglia, Michele Emiliano, lega questo testo all’esito del voto, in particolare quello lombardo: “Se la Lega va sotto il risultato di Fratelli d’Italia in Lombardia, cambiano gli assetti interni al Governo in maniera ancor più negativa per la Lega e FI. Temo e spero che dopo le regionali in Lombardia questo discorso sull’autonomia possa estinguersi”.

Netta la bocciatura da parte dei Cinque Stelle: l’ex ministro Stefano Patuanelli defenisce il ddl “un’altra porcata di Calderoli”. Anche il leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, attacca frontalmente il partito di Salvini, osservando che “con l’approvazione dello ‘spacca-Italia’ il partito della Meloni ha ceduto alle scempiaggini della Lega, che finalmente potrà impugnare la bandierina dell’autonomia delle Regioni”.

Severo, infine, Davide Faraone, deputato di Azione – Italia Viva: “Alla Meloni piace regalare giocattoli ai suoi ministri. Li lascia giocare, li fa girare a vuoto e li fa ripartire sempre dal via”.

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