Il dottor Giuseppe Rossi, 67 anni, è accusato di falso in atto pubblico, peculato e truffa aggravata ai danni dell’Asur. Ai domiciliari anche un 59enne che avrebbe fatto da intermediario con alcuni dei 73 pazienti coinvolti.
I carabinieri del Comando provinciale di Ascoli Piceno hanno arrestato e condotto in carcere, con l’accusa di falso in atto pubblico e peculato, un medico di medicina generale convenzionato con l’Asur Marche. Si tratta di Giuseppe Rossi, ascolano, 67 anni. Avrebbe ritirato 120 dosi di vaccino anti-Covid dal centro vaccinale di Ascoli per poi disfarsene, anziché somministrarle ai pazienti, consentendo così il rilascio di Green Pass falsi. E’ inoltre accusato di truffa aggravata ai danni dell’Asur, visto che per ogni somministrazione intascava un pagamento.
È stata la stessa Asur a rilevare alcune anomalie nell’attività del medico: un numero di vaccinazioni eseguite notevolmente più alto rispetto agli altri medici convenzionati; somministrazioni effettuate in gran parte a soggetti che non erano suoi assistiti o addirittura a persone residenti in altre regioni; tempi ritardati rispetto a quanto prescritto per l’inserimento delle attestazioni di avvenuta vaccinazione nel sistema informatico nel ministero della Salute. La questione è stata poi approfondita dai carabinieri, cle cui indagini hanno confermato i sospetti. Secondo il procuratore di Ascoli, le misure cautelari sono state emesse per necessità di acquisizione delle prove, mentre ulteriori misure sono previste per evitare la reiterazione del reato.
Sono 73 i falsi Green Pass rilasciati, tanti quanti i pazienti coinvolti nella truffa delle dosi vaccinali finite nei rifiuti e accusati di falso in concorso col dottor Rossi. Tra questi, un ascolano di 59 anni, ora ai domiciliari: avrebbe fatto da intermediario tra il medico e alcuni dei soggetti interessati. Le certificazioni fasulle sono state sequestrate, al pari di telefonini e altro materiale, che servirà alla Procura per capire fin dove si spingeva la truffa.
Tra settembre e dicembre 2021 è emersa una forte richiesta di Green Pass da vari soggetti, alcuni dei quali palesemente no vax, come accertato dai post sui profili social e dalle intercettazioni. Si tratta di persone attive nel mondo della ristorazione, del soccorso pubblico, professionisti, un insegnante, intere famiglie con genitori che riuscivano a procurare il certificato falso anche ai figli minorenni. A giorni il dottor Rossi e il 59enne ai domiciliari saranno sottoposti all’interrogatorio di garanzia dal giudice per le indagini preliminari.
Le attività di indagine si sono sviluppate su più piani: attività tecniche, servizi di osservazione e pedinamento, riprese video, acquisizioni documentali. Tutto allo scopo di verificare se nelle ore successive al ritiro delle dosi da parte del medico fosse avvenuta la somministrazione ai pazienti. Somministrazione poi attestata dal medico e inserita nella piattaforma informatica ministeriale attraverso la quale era poi rilasciato il Green Pass. Sono stati anche monitorati e ricostruiti i rapporti e gli accordi retrostanti tra i soggetti coinvolti e il loro ruolo.
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