Il paradosso di una legge di Stabilità che formalmente ha recepito il Patto per la salute, ma che di fatto ha imposto l’imperativo di tagli per almeno 4 miliardi, è esemplificato dalle norme ambigue introdotte dalla manovra, in tema di personale. Che da una parte prorogano il blocco della contrattazione ma, dall’altra, impongono alle Asl (e quindi ai governatori) una extra-spesa dovuta allo scongelamento del peso massimo “indennità di esclusività”. Un automatismo che riguarderà tutti i medici (e una fetta del comparto che però non grava sul bilancio aziendale) e di cui beneficerà soprattutto chi ha un’anzianità professionale di 15 anni.
Per la categoria dei camici bianchi, un “regalo” che «vale ben di più di un rinnovo – spiega l’esperto Stefano Simonetti – . Tornano a essere liberi da vincoli e congelamenti il tetto al trattamento economico ordinario (articolo 1), la definizione del trattamento economico complessivo del dirigente rispetto al predecessore (comma 2), l’ammontare dei fondi per il trattamento accessorio (comma 2-bis), le progressioni di carriera comunque denominate (comma 21). È vero, è stato deciso un altro anno di blocco della contrattazione; tuttavia, poter ricominciare a gestire i fondi contrattuali senza doverli ulteriormente decurtare e poter ricorrere ad alcuni strumenti premianti potrebbe rivelarsi una opportunità formidabile per dare finalmente riconoscimento alla meritocrazia e poter premiare chi lavora veramente e con disagio».
La nuova Finanziaria (legge 190/2014), infatti, non proroga i blocchi previsti dalla legge Tremonti, svincolando di fatto la gestione dei fondi contrattuali come più volte chiesto dai sindacati medici. Un pacchetto di misure che va dalla possibilità di aumentare il valore dell’incarico dirigenziale (sia in caso di rinnovo che di nuovo titolare) all’eliminazione dei tetti ai fondi destinati al trattamento accessorio (tratto da il sole24ore.com)
E per gli infermieri? Il 2015 si apre con la discussione sul fatidico comma 566. “Ferme restando le competenze dei laureati in medicina e chirurgia in materia di atti complessi e specialistici di prevenzione, diagnosi, cura e terapia, con accordo tra Governo e regioni, previa concertazione con le rappresentanze scientifiche, professionali e sindacali dei profili sanitari interessati, sono definiti i ruoli, le competenze, le relazioni professionali e le responsabilita’ individuali e di equipe su compiti, funzioni e obiettivi delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, tecniche della riabilitazione e della prevenzione, anche attraverso percorsi formativi complementari. Dall’attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.”
Molti sono i pareri autorevoli sulle opportunità offerte dall’attuazione di questo comma, a volte anche contrastanti che ci obbligano ad una profonda ed importante riflessione sul futuro della nostra professione, un’analisi che dovrà obbligatoriamente tener conto dell’attuale situazione lavorativa degli infermieri Italiani.
L’analisi delle problematiche degli infermieri vede situazioni lavorative proibitive, con unità operative e dipartimenti di emergenza super affollati (vedi “caos negli ospedali italiani”) con organici ridotti e con la mancanza cronica di figure di supporto che favoriscono il demansionamento.
Si avverte tra gli infermieri un senso di impotenza di fronte ad una situazione generale lavorativa che diventa sempre più pressante, causa anche la crisi che inesorabilmente ha colpito tutti i settori dell’economia, mettendo in forte difficoltà i bilanci statali e regionali.
Crisi che per gli infermieri significa disoccupazione e blocco dei contratti prorogato anche per il 2015, votato tra l’altro anche dai nostri rappresentanti presenti in parlamento (vedi www.nursetimes.org), di contro abbiamo il comma 566 che prevede competenze specialistiche a costo zero per gli infermieri, assistiamo allo sblocco dell’indennità di esclusività per i dirigenti medici (vedi www.sanita.ilsole24ore.com) e il doppio binario sull’attività libero professionale per i dipendenti pubblici ovviamente a sfavore degli infermieri (vedi www.quotidianosanita.it).
Di fronte a questa situazione economica difficile è aumentato di conseguenza lo stato di sfiducia verso le istituzioni.
Come sarà il futuro degli infermieri Italiani?
Lascia un commento