La decisione di voler partire per l’Inghilterra mi balenava in testa già da un bel po’ di tempo; mi è sempre piaciuto acquisire un’esperienza lavorativa all’estero, specie in Inghilterra.
Questa convinzione si è rafforzata lo scorso anno grazie ad una borsa di studio che mi ha dato la possibilità di svolgere uno stage di un mese come infermiere, grazie al programma PLM (people in the labour market) Leonardo da vinci a Granada (Spagna). Fortunatamente parlando anche abbastanza bene lo spagnolo, come seconda lingua non ho avuto grossi problemi.
Successivamente la mia seconda tappa europea rimaneva l’Inghilterra. Non ho iniziato a preparare i documenti necessari per potermi candidare in Uk in quanto non avevo abbastanza soldi per produrre tutti i documenti e passaporto. Ma appena ne ho avuta la possibilità, grazie alla chiamata per un avviso pubblico terminato a gennaio di quest’anno, dopo l’ennesimo rifiuto da parte di alcune strutture sanitarie private, mi sono imbattuto un giorno per caso su un annuncio pubblicato su facebook: una “job interview” per una clinica riabilitativa in UK.
Ero molto scettico all’inizio. Ho chiamato per chiedere informazioni e dopo soli 5 minuti ho svolto il mio primo colloquio telefonico per valutare il mio livello di inglese che ho tranquillamente superato. Lo step successivo è stato un colloquio tramite skype la sera stessa. Ho atteso qualche giorno per conoscere l’esito: superato. Successivamente ho ricevuto dalla società di reclutamento la mail con la convocazione ufficiale per la vera “job interview” a Roma, con tutti i suggerimenti sugli argomenti che avrei trovato nell’intervista, che prevedeva due test scritti (un piano d’assistenza e una serie di quiz sui farmaci) e colloquio finale. Deciso quanto mai di superarlo vedevo quell’opportunità lavorativa a portata di mano, per cui in quella settimana cercai di studiare tutto quello che potevo. Puntuale all’appuntamento di Roma, la mia Job interview viene giudicata positivamente. In quella sede mi comunicarono che a breve mi sarebbe arrivata la proposta di contratto che ovviamente ho subito accettato. In quel preciso momento ho capito che era fatta! Avevo finalmente ottenuto un lavoro che mi avrebbe dato stabilità. Ho iniziato a produrre tutti i documenti e a metà marzo ho spedito tutto, fissaando la data di partenza. Al nostro arrivo, il responsabile delle risorse umane (che nel frattempo ci aveva trovato casa) ci ha accolto in tutto e per tutto, accompagnandoci anche a fare la spesa giornaliera.
Il costo della vita in UK
Questione spesa giornaliera. Esistono grosse catene di supermercati: da saintsbury e da morrisons si compra bene e c’è un ottimo rapporto qualità/prezzo. Esiste anche la catena Lidl ed è identico in tutto il mondo. Per i cibi surgelati, c’è ICELAND con un ottimo rapporto qualità/prezzo.
In generale, quando si fa la spesa di generi di primo consumo, non conviene pensare al cambio euro – sterlina. Se ragioni nell’ottica 1€ = 1£ si compra bene.
Grazie a dio esistono i Poundland (sono come i nostri negozi “tutto ad un euro”), dove si compra molto bene.
Trasporti: i mezzi nella mia città costano il giusto, e vi posso garantire che sono davvero efficienti e puliti. Il biglietto illimitato settimanale costa 14£, il mensile 50£ (e fai conto che qui a Blackpool, con lo stesso biglietto, si può usare sia il tram che il bus).
Bollette energetiche. Molto dipende dalla casa che si trova, l’elettricità costa meno del gas per cui in alcune case, funziona tutto ad energia elettrica (piastre ad induzione per cucinare e per i termoconvettori), altre hanno il gas per il riscaldamento e per cucinare… dipende dalla fortuna!
Avendo a casa tutto elettrico in media spendo 25£ mensile a persona (io e il mio coinquilino paghiamo 50£ al mese, e se consideri che comprende riscaldamento e cucinare è un buon prezzo. Pago per il consumo idrico all’incirca sui 20£, la cosa sulla quale bisogna fare attenzione è la Council Tax (una via di mezzo tra IMU,TASI etc) che varia in base al valore catastale della casa. La tassa è annuale e si può pagare o in un’unica soluzione o in dieci rate.
Stipendio: Per noi infermieri italiani, all’inizio, finché non otteniamo il pin number dall’NMC, siamo classificati come HCA (healthcare assistents, ovvero OSS). Solo con l’arrivo del pin, si è retribuiti come staff nurse. Un HCA in media percepisce dai 1000 ai 1150£, un infermiere ovviamente molto di più.
Lavorare per un privato paga di più, però non c’è possibilità di conseguire scatti di carriera…tra 10 anni il mio stipendio sarà sempre quello, mentre per chi inizia nel pubblico, si parte dal Band 5 con possibilità di carriera e ritocchi allo stipendio.
Lo stipendio medio per un turnista si aggira sui 1500/1600 sterline al mese, c’è la possibilità di fare turni extra pagati come straordinario. Vi sono incrementi per turni notturni e festivi. Notturni sono pagati il 30% in più, i festivi sono pagati il 50%. Sabato è pagato il 30% in più.
Tasse: le deduzioni sulla busta paga sono essenzialmente 3:
- 1) national insurance (è la quota per la sanità e una volta pagata quella tutte le prestazioni erogate dalla pubblica sono gratuite)
- 2) NHS Pension (un fondo pubblico in cui il dipendente mette il 7% dell’importo lordo delle tasse, il datore di lavoro il 7% pure)
- Paye che corrisponde al 20% dell’importo al netto delle due altre deduzioni. Il resto è il netto che si prende.
- Le retribuzioni sono pubbliche e sono consultabili su questo sito www.rcn.org.uk sono lorde. Ogni anno si ha un incremento di stipendio tranne se si fa un colloquio per salire di livello e allora si va nel band successivo.
Costi di locazione: Variano da quello che scegli, se prendo casa a Londra sarà diverso da quello che pago a Blackburn o a Eastbourne. Io personalmente per una casa con tre stanze da letto, un bagno, la cucina, il giardino, il back yard e tre shed (ripostiglio) pago 595 sterline.
Rete internet: Internet con fibra ottica a 152 M/bit al secondo 200 canali televisivi via cavo e telefonate incluse pago 48 sterline al mese. Luce e gas 76 sterline al mese. Dividiamo la casa tra tre colleghi e i costi sono praticamente accessibili.
Grazie al contributo dei colleghi Andrea e Sergio i nostri lettori potranno valutare consapevolmente le proposte lavorative che arrivano per l’Inghilterra.
Giuseppe Papagni
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