I turni di 12 ore di infermieri e operatori sociosanitari sono “fuorilegge”. E sono pericolosi. Per tutti.
È questa la tesi dei trenta dipendenti che hanno sottoscritto il ricorso contro la propria Asl (la To5, Chieri-Carmagnola-Moncalieri-Nichelino), che in questi giorni finirà sul tavolo dei giudici del lavoro al Palagiustizia. Ma questa è una “bomba” giudiziaria che potrebbe far saltare tutto il sistema messo in piedi da varie Asl a Torino e provincia. A scatenare la reazione degli infermieri era stato il malore di un caposala del Martini, crollato proprio dopo un turno di 12 ore al pronto soccorso dell’ospedale in via Tofane.
In ordine sparso
Questo tipo di organizzazione del lavoro è ormai diffusa. Gli orari sono stati adottati in tempi diversi e in modo autonomo da ciascuna Asl. Nella To5, il passaggio dai turni di 6 ore a quelli di 12 è avvenuto nel 2013, dopo sei mesi di sperimentazione. “Ma senza contrattazione con i sindacati” spiegano gli avvocati Antonella Delaurenti e Elena Pisani,aiutati dalla consulente Angela Gammino. Sembra, però, che quello sia il futuro. Questione di costi.
Ma la presentazione pareva allettante: con il sistema delle 12 ore, infermieri e Oss avrebbero lavorato 3 giorni a settimana, con maggiore impegno concentrato, ma anche più tempo da dedicare alle famiglie. La realtà, però, è un’altra. Con una montagna di problemi snocciolati nel ricorso. Uno suona addirittura come una beffa. I turni da 12 ore risultano come una sorta di «accorpamento» di due turni da 6. Ma questa variazione non è stata comunicata all’Inps. Così, nell’eventualità di malattia o infortunio il dipendente è “coperto” soltanto per 6 ore. Le altre, finiscono in una «banca ore» da recuperare. Nei giorni che in teoria dovevano rimanere liberi, è ovvio. Così, infermieri e Oss si ritrovano a lavorare per 5-6 giorni di seguito e per il doppio delle ore. Nelle settimane più intense, qualcuno è arrivato a fare l’”en plein”, sette su sette.
Lavoro a nastro
Questo è soltanto un aspetto. Nella Asl 5 (e non solo) esiste il meccanismo della “reperibilità”. Applicato a un turno di 6 ore, lo raddoppia. Ma quando le ore sono 12, il conto sale a 18. Contro ogni logica. E il buon senso. Storia vissuta in prima persona da qualcuno che ha firmato il ricorso. In questo modo, l’Asl risparmia molte risorse, in termini di personale e di denaro.
Buste leggere
Il passaggio da cinque a tre giorni di lavoro (sulla carta) porta a tagli sulle indennità di turno, sui festivi e sui notturni. Dai 2 ai 5 mila euro l’anno. Da moltiplicare per tutti gli infermieri e gli Oss. “Per questi motivi, riteniamo illegittimo il turno di 12 ore così strutturato” ribadiscono gli avvocati Delaurenti e Pisani.
Per non parlare della sicurezza. “L’episodio del collega crollato dopo un turno di pronto soccorso al Martini mi pare emblematico – sostiene Daniele Baldinu, infermiere alle Molinette e segretario provinciale del Fials -. Quanto è accaduto a quel caposala è la dimostrazione dei rischi legati ai turni di 12 ore”. Da tempo, il sindacalista studia il fenomeno e ha raccolto le testimonianze di colleghi. “Molti hanno problemi a dormire, qualcuno è costretto a prendere sonniferi – spiega -. C’è chi è andato in depressione e chi ha avuto la chiara percezione di un calo di attenzione nelle ultime ore di turno. È un rischio per il lavoratore. Ma anche per il malato”.
Fonte: www.lastampa.it
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