“L’infermiere secondo me è una professione importantissima, perché è il mediatore tra l’ammalato e il medico o addirittura il professore, è la persona che accudisce l’assistito nelle piccole cose, che deve rispondere se lo si chiama di notte, che se ha competenza e cortesia può anche sembrare un angelo in certi momenti. E’ un mestiere secondo me prezioso, che forse dovrebbe essere più valorizzato, e che quando è fatto bene può essere fondamentale nelle difficoltà di un malato”.
Queste sono le parole di Paola Gargaloni, conosciuta come Paola Pitagora, attrice e cantante italiana famosa per la sua versatilità nell’interpretare ruoli teatrali e cinematografici, oltre che televisivi, con una pluriennale carriera ricca di successi e di affermazioni, che parla degli infermieri in una speciale intervista per Nurse Times.
Secondo lei, la laurea in scienze infermieristiche è una cosa interessante perché aggiunge valore alla figura dell’infermiere, insieme alla competenza (se commette un errore lui, può essere una tragedia) e all’autorevolezza, e per valorizzare la professione suggerisce di essere pagati il giusto: “Insomma, non so quanto sono pagati, ma ho l’impressione che dovrebbero esserlo un po’ di più!”.
Parlando delle sue vicende personali, la Pitagora dichiara: “Ho vissuto la malattia dei miei genitori, ho avuto momenti di rabbia e di sorpresa, perché ho visto persone di grande umanità offrire assistenza anche psicologica, che è molto importante; è sempre un brutto karma comunque inevitabile, purtroppo. In generale, è stata un’esperienza molto positiva con gli infermieri; di negativo, però, ricordo un certo primario della struttura dove era ricoverata mia madre (un’ ospedale romano), che aveva avuto un ictus: cercavamo di capire come si sarebbe messa la faccenda, perché stava iniziando una terapia riabilitativa, e la scortesia e l’arroganza di quest’uomo non la dimenticherò mai. E’ stato molto brutto. Io capisco che i parenti ansiosi sono anche pressanti, ma bisogna comprendere che anche queste persone si trovano in un momento estremo di smarrimento e basta un niente per confortarle, almeno starle a sentire … questo signore non mi dava ascolto, l’avrei ammazzato.”
Riguardo l’assistenza domiciliare, l’attrice si esprime a totale favore di questo progetto, perché è chiaro che il malato sta meglio nella sua abitazione. Quindi un’infermiere competente, pagato dal Comune o dalla Regione, per un’ora o mezz’ora al giorno (quando serve) può recarsi nella sua residenza per assisterlo, creando un grande risparmio, perché il ricovero ospedaliero è più costoso; in questo modo, l’ammalato è più sereno e i parenti gli sono più vicini. “Si spera che l’assistenza domiciliare venga attivata a livello nazionale il più presto possibile, anche se ne parlano ormai da decenni“.
Concludendo l’intervista, la sig.ra Pitagora lancia il suo appello ai politici affinchè ci sia assunzione di personale in Italia, dato che molti infermieri vanno all’estero per trovare occupazione: “Io lo faccio volentieri, nell’assoluta consapevolezza, però, che non serve a nulla, perché la politica si muove su altre direttive, fatte di interessi e di consenso, ma è l’appello comunque di un cittadino: se ci ascoltaste, vi chiediamo di ricordare che sarebbe utile e anche economico se ci fosse un’assistenza domiciliare più incoraggiata sul piano pratico. Mando, inoltre, un saluto a tutti gli infermieri italiani, con l’augurio di costruire un valore sociale e professionale e quindi far luce su questa meravigliosa professione.”
Savino Petruzzelli
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