“L’infermiere penso sia la figura più importante che ci sia in una struttura ospedaliera, se lavora con criterio e coscienziosità come ho trovato all’ospedale di Reggio Emilia, per intenderci, dove mia madre è stata ricoverata per quaranta giorni l’ultima volta e poi nei mesi successivi durante la chemioterapia; io ho trovato una professionalità, un’umanità, una dolcezza da parte degli infermieri che è incredibile” sono le parole dell’attore, presentatore, conduttore di eventi vari televisivi Luca Perderzoli, in un’intervista per Nurse Times.
“Per fare un esempio: quando mia madre era stata dimessa dal reparto di oncologia, l’infermiera, dopo averla vestita e truccata, le aveva fatto dei complimenti per il suo bell’aspetto; ricordando che allora mia mamma aveva 77 anni, io l’ho vista per una volta illuminarsi come il sole, capito? quelle parole hanno agito meglio delle sedute di chemioterapia che aveva fatto”.
In merito alla formazione universitaria degli infermieri, Luca Perderzoli fa un’osservazione: “Io sono d’accordissimo che ci sia la laurea in scienze infermieristiche, perché per me l’infermiere non è quello che ti fa soltanto un’intramuscolare o che ti cambia una flebo, ma è uno che ascolta il paziente ed è in grado di dargli un supporto psicologico, con un sorriso o una carezza. Il medico viene visto dal malato con una certa soggezione, nel senso che il dottore è sempre il dottore (gli anziani, in particolare, hanno paura di chiedere al dottore determinate cose), mentre con l’infermiere, ritenuto ingiustamente non competente come il medico, si sente un po’ più libero nel fare un determinato tipo di richiesta; lì è importantissima questa figura, perché una sua parola, detta con un sorriso nel momento giusto anche ad un malato terminale, ha un suo valore”.
Concludendo l’intervista, Pederzoli si rivolge ai politici esprimendo la seguente opinione: “Io parlerei per ore delle varie problematiche che quotidianamente affliggono la sanità; bisogna ricordare che questa non deve essere affidata ai privati, ma deve restare pubblica, e che se si deve tagliare, lo si deve fare ovunque ma non qui. So che ci sono persone laureate che guadagnano molto poco in proporzione a quello che fanno nel quotidiano, e questo è uno scandalo italiano: non dobbiamo meravigliarci, poi, se questi professionisti si stancano e vanno a lavorare all’estero dove gli mettono a disposizione strutture migliori, possibilità di fare carriera e guadagnare uno stipendio di tale nome. C’è gente che sta quotidianamente con chi ha bisogno di cure, e il loro valore è inestimabile; io penso che bisogna riconoscere uno stipendio dignitoso a quello che effettivamente sono, dei professionisti competenti”.
Savino Petruzzelli
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