“Caro cittadino, la prima cosa che vogliamo fare, in questo momento così difficile per la nostra professione e per la tua serenità, è assicurarti che ciò che la cronaca ti offre in questo periodo non è una storia di infermieri, ma, se le accuse saranno formalizzate e provate, di un vero killer che con la nostra professione non ha nulla a che fare, anzi, l’ha utilizzata e sfruttata come “arma impropria” per i suoi fini, provocando l’esatto opposto di ciò che noi ogni ora, ogni minuto, ogni giorno dell’anno vogliamo evitare a chi si affida ai servizi sanitari: la morte”.
Si apre così la lettera aperta (VEDI) che il Collegio IPASVI di Livorno si appresta ad affiggere nelle strutture sanitarie della sua zona, di cui fa parte l’ospedale di Piombino (teatro dei presunti crimini commessi da quella che ormai – anche se le indagini della magistratura sono ancora aperte – è definita da tutti “l’infermiera killer”), e a far avere a quanti più cittadini possibili; è un’esigenza nata a seguito della psicosi creatasi attorno al suddetto ospedale ed a quelli limitrofi, che rischia di mettere in serio pericolo l’assistenza ai malati.
Il collegio IPASVI di Livorno chiede che chiunque abbia seguito questi orribili fatti non associ al nome della presunta infermiera killer l’intera categoria professionale, ma possa avere l’immagine di una professione d’aiuto e di solidarietà.
“Gli infermieri assistono e si prendono cura – conclude infatti la lettera aperta ai cittadini – non fanno mai del male a chi si affida loro, non feriscono. Gli infermieri, quelli veri, non uccidono. Mai”.
Alla luce delle risultanze degli interrogatori e del lavoro degli inquirenti, Il Collegio di Livorno procederà con la sospensione dall’Albo di Fausta Bonino, già sospesa per legge dai pubblici uffici al momento dell’arresto.
Successivamente, se le imputazioni saranno confermate, il suddetto Collegio, al momento della condanna (perché prima è impossibile per legge), provvederà alla radiazione dell’infermiera dall’Albo e si costituirà parte civile nel processo, per il gravissimo danno alla professione di infermiere e alla sua immagine presso i cittadini che i fatti di Piombino hanno provocato. Naturalmente tutto ciò che sarà riconosciuto al Collegio sarà devoluto a centri di assistenza e aiuto alle persone fragili.
“Siamo vicini ai parenti delle vittime a cui va tutta la nostra solidarietà, di esseri umani e di infermieri. Veri infermieri. Riteniamo però necessario ribadire il concetto che in questo caso non possiamo parlare di questa professione. Cerchiamo di mantenere la visione corretta della situazione e non andare a colpire una professione che ha come senso profondo quello dell’assistenza e della vicinanza a chi soffre”, ha detto il presidente del Collegio IPASVI di Livorno, Marcella Zingoni.
Savino Petruzzelli
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