Riceviamo e pubblichiamo qui una riflessione del collega Fabio Fedeli, infermiere palermitano trapiantato al nord, che come tutti gli infermieri italiani è stanco di assistere alla continua opera di distruzione più o meno consapevole che i media portano avanti da tempo ai danni della professione infermieristica.
“È un pomeriggio quasi estivo. Nonostante questo, il tempo non è dei migliori e mi rifugio in un bar per prendere un caffè e fare quattro chiacchiere. Drizzo le orecchie quando sento un anziano signore che parla del recente intervento subito: una sostituzione di valvola aortica. Non riesco a non prestare attenzione: deformazione professionale, e poi parla davvero ad alta voce.
Quello che mi stupisce è che i commenti virano subito sull’infermiera che si è presa cura di lui nelle prime ore dopo l’intervento: ‘Dovrebbe fare la soubrette’, dice, con un sorriso quasi ammiccante. La cosa mi infastidisce un po’… insomma dubito che quella collega lavori in quel reparto intensivo solo grazie al suo aspetto: dietro c’è lo studio, l’acquisizione di competenze specifiche, eppure tutto si riduce alla sua bellezza.
Mi vengono in mente tutti i ‘pregiudizi’ che la nostra professione si porta dietro, confronto l’immagine che questo racconto mi fornisce con quella più realistica di madri infermiere che dopo lunghi turni di notte, senza fermarsi, accompagnano i figli a scuola; l’unico make up sul loro volto rappresentato dalle occhiaie; penso alle colleghe che mentre lavorano fanno dei Master per perfezionarsi, o affrontano il percorso della Laurea Magistrale, penso alle infermiere che con impegno sono riuscite ad occupare posti dirigenziali di spicco e vorrei dirglielo a quel signore che forse, fare queste battute, è un po’ riduttivo. Sono chiacchere da bar, penso…
Poi mi desto; è un campanello quello che sento, non sono al bar: è un pomeriggio quasi estivo, nonostante questo tempo non sia dei migliori, ma io sono in turno senza rimpianti, vista la pioggia. La battuta infelice non la dice un signore qualsiasi, arriva dal televisore che i pazienti stanno guardando nel salottino, lo stanno dicendo al tg, rimbalza sui giornali e sulle testate online con titoli che vogliono sembrare divertenti e alimenta altre centinaia di ‘battutine e pregiudizi’.
‘Infermieri Killer’ (VEDI), ‘Infermieri che non studiano per questo’ (VEDI), ‘Infermiere Soubrette’ (VEDI), i messaggi che arrivano dai media… La cosa mi infastidisce, ma forse sono solo dispiaciuto perché disattendo alle aspettative di qualche paziente, non essendo molto avvenente…”
Fabio Fedeli, INFERMIERE
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