Con l’espressione social network si identifica un servizio informatico on line che permette la realizzazione di reti sociali virtuali. Si tratta di siti internet o tecnologie che consentono agli utenti di condividere contenuti testuali, immagini, video e audio e di interagire tra loro. (Fonte: Enciclopedia Treccani).
E’ innegabile come, sempre in maniera più incisiva, i social network siano diventati terreno di confronto, di scambio, di diffusione di idee…
Insomma, nuove agorà in cui si consumano ogni secondo confronti di varia natura. Una mia considerazione personale riguarda i toni che si raggiungono: in positivo ed in negativo. Trovo che in questo tipo di comunicazione vengano meno alcuni filtri che magari, dal vivo, ci farebbero contenere dall’esprimere un parere, una considerazione etc. cercando di contestualizzare il discorso nell’ambito infermieristico, abbiamo osservato come appaiano sempre più spesso post pubblicati da cittadini e/o talvolta personaggi famosi, che si esprimono su questioni di natura professionale e si lanciano in considerazioni che, ahimè, nella maggior parte dei casi, posseggono accezione negativa!
Vero è che tutti hanno il diritto di esprimere la propria opinione, ci mancherebbe, ma è altrettanto vero che queste filippiche che ormai quotidianamente leggiamo, non si basino mai su informazioni corrette.
Perlomeno lasciano intendere una scarsa, se non nulla, conoscenza della figura dell’Infermiere. A questo, però, non corrisponde un’astensione dal giudicare o catalogare il soggetto come Infermiere colpevole, svogliato, maleducato, disumano e chi più ne ha più ne metta!
Alla pubblicazione seguono commenti su commenti da parte di cittadini che danno man forte e sostengono questa tesi ed, in opposizione, la comunità infermieristica insorge. Vorrei ben vedere! Innanzitutto smettiamo una volta per tutte di chiamare Infermieri tutti quelli che non indossano un camice bianco. Nelle strutture sanitarie esistono decine di figure con competenze diverse: dalle maestranze, agli addetti delle pulizie, al personale delle mense, alle figure di supporto (oss) etc. Tutti ruotano intorno al paziente quindi non è detto che quando veniamo avvicinati in un letto di ospedale da un operatore, quello sia un Infermiere.
L’infermiere è il responsabile dell’assistenza generale infermieristica, precisa la natura dei suoi interventi, gli ambiti operativi, la metodologia del lavoro, le interrelazioni con gli altri operatori, gli ambiti professionali di approfondimento culturale e operativo, le cinque aree della formazione specialistica (sanità pubblica, area pediatrica, salute mentale/psichiatria, geriatria, area critica).
Il profilo disegnato è quello di un professionista intellettuale, competente, autonomo e responsabile. Egli si avvale di figure di supporto come l’operatore socio sanitario che agisce su indicazione dell’infermiere che valuta e pianifica.
In contrapposizione a ciò che per legge è previsto, ci sono i retaggi culturali del passato che, nella realtà quotidiana e nella percezione pubblica, risultano quantomeno duri a morire. Retaggi culturali che ci vedono in rapporto di sudditanza con la figura del medico, in un legame ancillare col camice bianco!
Questa dicotomia tra realtà legislativa e realtà consuetudinaria è causata, tra la miriade di concause, dalla disastrosa situazione che viviamo nella sanità italiana. Panorama tutt’altro che confortante che ci offre un’immagine inquietante in cui gli Infermieri disoccupati sono una moltitudine, contro la carenza ai limiti del collasso negli ospedali e nelle strutture!
Risultato: gli Infermieri che lavorano sono sottoposti a stress indicibili ed a trattamenti che non corrispondono a quelli che dovrebbero essere riservati a dei Professionisti.
Di contro, agli Infermieri disoccupati vengono proposte assunzioni con paghe da fame e, addirittura, con profili di più bassa categoria (ti assumo e ti pago da o.s.s., però fai l’Infermiere) con implicazioni legali non indifferenti!
In tutto questo ‘marasma’ di problematiche si aggiunge il dito puntato della stampa e dei cittadini, con una tendenza a considerare il dipendente pubblico ‘fannullone’ a prescindere!!
Ultimamente la nostra comunità ha subito un ‘killeraggio mediatico’ dovuto ai presunti casi di malasanità, fatti di cronaca in fase di accertamento, che ha scatenato nell’opinione pubblica una sorta di caccia all’infermiere ‘serial killer’, o scambiati per gente insensibile, maleducata che non hanno rispetto per la vita umana…
Ovviamente lo scopo dell’articolo non è fare una difesa d’ufficio di tutta la comunità professionale, sicuramente siamo contrari a comportamenti disdicevoli nei confronti dei cittadini messi in atto da una minoranza! Non si può colpevolizzare un’intera categoria professionale che ogni giorno lavora in un sistema sanitario che ha smarrito l’interesse comune, ancorato a vecchie logiche medico centriche che non considera l’assistenza come parte del ‘processo di cura’, lasciando gli infermieri ‘soli’ privati di figure di supporto, demansionati, con dotazioni organiche colpite dai tagli lineari ai bilanci sanitari regionali.
Qualcuno dimentica l’importanza degli infermieri…senza Infermieri non c’è salute!
La nostra non è affatto una professione semplice ed ha numerosi risvolti di varia natura che noi conosciamo bene!
Per tutti questi motivi tutta la Comunità Infermieristica invita l’opinione pubblica e la stampa a dare uno stop serio a tutta questa campagna di acredine nei nostri confronti. Altresì invitiamo i cittadini a denunciare/segnalare casi di abusi o malasanità alle autorità preposte.
Buona riflessione a tutti…
Anna Di Martino
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