Un episodio increscioso accaduto presso il pronto soccorso dell’ospedale Galliera di Genova mette in evidenza situazioni nelle quali qualsiasi professionista potrebbe trovarsi ma che, non tutti potrebbero essere in grado di gestire nel modo corretto.
Sara Hermanss, ragazza transessuale famosa per capitanare la Nazionale Trans italiana e per le numerose iniziative intraprese a favore di lesbiche, gay e transessuali al fianco di Don Gallo, ha raccontato la sua disavventura direttamente su Facebook.
“Alle ore 18.52 mi sono recata presso l’ospedale Galliera sotto consiglio della mia farmacista fidata in quanto per un controllo delle pressione arteriosa il risultato era oltre i limiti della norma: la minima 103 a la massima 146. Una volta davanti allo sportello triage un signore col camice bianco molto educato e cortese mi chiede cosa mi era accaduto e mentre raccontavo mi dice di dargli un documento di riconoscimento”.
Ma a un certo punto l’atteggiamento è cambiato:
“Gli passo il documento – racconta Sara– gli da un’occhiata e mi dice che avevo sbagliato documento in quanto la foto non corrispondeva al nome anagrafico e quindi ho dovuto spiegargli che ero una trans. Ero già in agitazione e spaventata ma dal momento in cui il tono e l’atteggiamento del Signore si è trasformato in un atteggiamento di intolleranza e usando pronomi non più di cortesia e frasi con verbi maschili il mio stato emotivo e peggiorato, credo che la pressione arteriosa sia aumentata vertiginosamente, il peso che sentivo sul lato sinistro sempre più in aumento ma con tutto ciò ho preferito alzarmi dal lettino e ritornare a casa, non potevo più fidarmi di una persona così, nello stato in cui ero avevo bisogno di una persona che riuscisse a tranquillizzarmi non una persona che cercava di ammazzarmi, un medico dico un medico dovrebbe sapere queste cose ma probabilmente l’omofobia latente prevaleva sull’etica».
Il cambiamento di sesso può rappresentare un episodio importante della vita di una persona da raccontare alle persone con cui si raggiunge un elevato livello di confidenza e di intimità, ma avrebbe davvero poco senso raccontare un qualcosa di così personale a chi si conosce solo in modo superficiale.
La gestione della sessualità è fondamentale, non solo per l’impostazione di corretti protocolli diagnostici e terapeutici, ma soprattutto nel far emergere problemi e patologie, tanto taciuti dal paziente quanto invalidanti ai fini della qualità di vita.
Ansia, fallimento, vari tentativi di riprova costituiscono sentimenti che ogni persona che presenti un’alterata identità sessuale avrà provato più volte.
Un infermiere dovrebbe essere in grado di comprendere a pieno lo stato d’animo di una persona con la quale si relaziona, sia che si tratti di gioia, che di dolore per interagire con essa in modo da creare un rapporto di fiducia.
Questa testimonianza può rappresentare uno spunto per una riflessione personale. Come si comporterebbe ognuno di noi in una situazione simile?
Simone Gussoni
Fonti: Immagini e dichiarazioni tratte da Facebook
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