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Urinocoltura senza cultura: “Ricerca di virus nelle urine con antibiogramma”

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Urinocoltura: quando eseguirla, modalità di raccolta del campione, interpretare l’antibiogramma e la concentrazione minima inibente (MIC)
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Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni di un nostro lettore pervenute a questa redazione su un articolo pubblicato su un giornale online dal titolo “Urinocoltura, la procedura standard per un campione valido” (VEDI)

img_5959-e1477683682485Il collega ha prontamente denunciato la grave pseudo informazione diffusa dal giornale che: “genera confusione e arretratezza. Disinformare professionisti e studenti rappresenta un comportamento assolutamente non deontologico.

La buona pratica prevede l’utilizzo di sacche sterili con dispositivo per il prelievo asettico delle urine”.

Di seguito le riflessioni di Luciano Urbani:


L’Urinocoltura, senza cultura!

Ma da quando quotidianamente si ricercano i virus con i prelievi delle urine e il relativo antibiogramma per la cura antibiotica più efficace ed evitare le farmacoresistenze?

E poi chi è così incompetente da consigliare l’esame in corso di terapia antibiotica?

Ma quale best practice indica di disconnettere o pungere il catetere (metodologia clinicamente e proceduralmente corretta) per raccogliere il campione di urine?

Ma siamo in Africa? Con tutto il rispetto per l’Africa. Ma chi scrive queste cose assurde, dove le ha lette, dove le ha viste fare?
Ah! ma forse descrive la realtà in cui vive!
Ma chi scrive è un vero infermiere? Ma chi pubblica è un vero giornalista?
Perché spacciare per buona pratica delle chiacchiere da bar?

Le conferme di incompetenza e ambizioso presappochismo si manifestano inevitabilmente.


Condividiamo le parole dell’attento collega e ci auguriamo che la testata giornalistica in questione provveda alla correzione del succitato articolo onde evitare gravi problematiche per gli infermieri che dovessero mettere in pratica tali procedure consigliate.

E’ auspicabile evitare la diffusione di notizie errate o fondate sul pressappochismo ai fini di tutelare la salute pubblica e la dignità professionale di tutti i colleghi infermieri.

Ringraziamo il nostro caro lettore Luciano Urbani per l’opportuna segnalazione inviataci.

Redazione NurseTimes

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