Un bombardamento continuo, le esplosioni risuonano ad intervalli irregolari, Aleppo, è oramai una città ferita, amputata della sua storia e delle sue bellezze, dove la vita quotidiana scorre tra paure e sofferenze; la guerra non risparmia nessuno, non ha pietà per gli innocenti.
Le forze governative attaccano gli ospedali per guadagnare un vantaggio militare, privando dell’assistenza i gruppi armati di opposizione. Non è raro sapere di medici e infermieri, uccisi mentre prestavano soccorso, di autisti delle ambulanze e volontari attaccati, scomparsi e sbattuti in carcere senza reali motivazioni.
Solo ad Aleppo Est da luglio, sono stati 29 gli attacchi agli ospedali in funzione, alcuni dei quali colpiti più volte ed oramai inagibili.
L’ultimo attacco pochi giorni fa all’ospedale pediatrico di Aleppo, colpito per la seconda volta nel mese di novembre, durante il primo assedio sono morti 21 persone di cui 5 bambini, il secondo invece ha comportato la completa distruzione di tre piani della struttura.
I bambini prematuri, sono stati tolti dalle incubatrici, un video di Al Jazeera mostra gli infermieri che, in lacrime, nel reparto distrutto tra fumo e macerie, avvolgono i neonati nelle coperte per metterli in salvo. La foto del giornalista siriano, Yasser Al-rahil, che mostra i piccoli a terra sta facendo il giro del mondo.
“L’ospedale dei bambini è stato danneggiato per la seconda volta a causa degli attacchi aerei – ha spiegato Luis Montial, vice capo missione di Medici Senza Frontiere per la Siria – È l’unico ospedale completamente dedicato ai bambini nell’area assediata e ora è fuori uso. Le conseguenze dei bombardamenti indiscriminati sono molto chiare: più vite perse, servizi sanitari devastati e sofferenza insormontabile per le persone intrappolate dall’assedio. Quello che non è chiaro è quanto ancora il sistema sanitario, già in ginocchio, potrà continuare a funzionare se i bombardamenti non smetteranno e se le forniture mediche non potranno entrare nell’area”.
Attualmente sono circa 250 abitanti che restano ancora nella zona orientale della città con strutture sanitarie al collasso.
“Abbiamo creato sale operatorie e terapie intensive gonfiabili dentro una caverna usata per la raccolta delle olive – racconta Loris De Filippi, presidente di Medici senza frontiere Italia– quando la linea del fronte si è avvicinata abbiamo dovuto spostarci dentro un ex allevamento di polli, trasformandolo in un ospedale che faceva chirurgia di guerra e parti cesarei“.
Dall’inizio della guerra in Siria nel 2011 e il mese di aprile di quest’anno, la Direzione della Sanità ha registrato il decesso di 5.200 bambini ad Aleppo, nonostante dati così devastanti vorrei concludere con le parole di Ibrahim Alsabagh, parroco francescano di Aleppo, “Nessuna guerra dura fino alla fine del mondo, tutte hanno una fine così come hanno avuto un inizio.”
Speriamo solo che arrivi presto…
Federica Olivazzi
Sitografia
www.repubblica.it
www.lastampa.it
www.rainews.it
www.cittanuova.it
www.vanityfair.it
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