“Se mio padre muore, ti taglio la testa”, questa è una delle frasi che i parenti di un anziano paziente in condizioni critiche avrebbero rivolto al personale del 118 accorso per prestare le dovute cure.
Le aggressioni verbali e fisiche al personale del 118 continuano a coinvolgere tutto il nostro paese, come da noi documentato in diversi articoli
E’ successo il 24 novembre a Bari.
La ricostruzione dei fatti. L’autoambulanza medicalizzata dedicata a Palese era bloccata all’ospedale Di Venere di Bari, non riesce a liberare la barella, in circa 10 – 15 minuti arriva l’autoambulanza con l’infermiere.
Autista ed infermiere vengono da subito minacciati ed insultati avendo difficoltà nella raccolta dei dati e nella rilevazione dei parametri vitali, le condizioni risultano molto gravi.
I parenti dell’anziano inseguono l’autoambulanza per tutto il tragitto cercando di obbligare l’equipe a cambiare nosocomio, fortunatamente l’equipe riesce a far ragionare la folla. Una volta giunti al pronto soccorso i parenti dell’anziano, aprono il portellone della autoambulanza ed iniziano a tirare la barella senza togliere il gancio di sicurezza, qui partono nuovamente urla e minacce.
L’anziano paziente viene trasferito subito in sala rossa saltando il triage, sia per motivi di sicurezza sia per le condizioni di salute del paziente.
Questa volta il personale non ha subito aggressioni fisiche, ma quanto dovremmo aspettare affinchè qualcuno cambi questo malcostume tutto italiano?
Fonte: QuotidianoItaliano
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