Da novembre 2016 è on-line il portale dell’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL) istituita ai sensi del d.lgs. n. 150/2015 con personalità giuridica di diritto pubblico, autonomia organizzativa, regolamentare, amministrativa, contabile e di bilancio.
L’ANPAL è sottoposta alla vigilanza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed al controllo della Corte dei Conti ai sensi dell’articolo 3, comma 4 della legge n. 20/1994.
Come specificato sul sito istituzionale (VEDI), “l’ANPAL ha come principale obiettivo il coordinamento delle politiche del lavoro a favore di persone in cerca di occupazione e la ricollocazione dei disoccupati in Naspi (nuova assicurazione sociale per l’impiego), in Dis-Coll per collaboratori e precari o in Asdi (assegno di disoccupazione) mediante la predisposizione di strumenti e metodologie a supporto degli operatori pubblici e privati del mercato del lavoro” ed inoltre “coordina la Rete Nazionale formata dalle strutture regionali per le politiche attive del lavoro, dall’Inps, dall’Inail, dalle agenzie per il lavoro e dagli altri soggetti autorizzati all’attività di intermediazione dagli enti di formazione, da Italia Lavoro, dall’Isfol e dal sistema delle Camere di Commercio, industria, artigianato e agricoltura, dalle università e dagli altri istituti di scuola secondaria di secondo grado”.
Si tratta quindi di un portale governativo a tutti gli effetti e la cui interfaccia dovrebbe servire da tramite tra richiesta e ricerca di lavoro; ci si aspetta quindi che sia un servizio istituzionale in cui, prima della pubblicazione di eventuali domande/offerte, si sia ben al corrente di quale professione o competenza venga ricercata o proposta.
Compilando la maschera Cerca lavoro in Italia (VEDI) ed inserendo la parola chiave “infermiere”, emergono solo sei offerte, nel dettaglio: due per l’estero (ma la maschera di ricerca parlava di “lavoro in Italia”), una richiesta esplicita di personale OSS (alla voce “infermieri”) un’altra che richiede infermieri con “titolo di studio congruo alla mansione”, mansione non ben specificata (quest’ultime due offerte provenienti entrambe da un’agenzia di Treviso), un avviso che riassume in sé tutto ciò che non appartiene alla professione infermieristica (a parte la non meglio dettagliata “responsabilità nella gestione dell’area clinica”) ovvero “clinica odontoiatrica ricerca candidato/a da adibire a mansioni di responsabile della gestione dell’area clinica della struttura con ruolo di gestione del flusso pazienti, riordino delle poltrone, gestione della sterilizzazione, responsabile del magazzino e del rapporto con i fornitori. Al candidato/a verrà fornito un periodo di affiancamento e formazione contratto di apprendistato max 29 anni, si chiede preferibile titolo di studio di infermiera professionale”.
L’ultima proposta visualizzabile del giorno è un’innocua (apparentemente) ricerca di “infermiere a tempo determinato” non oltre specificata.
Quindi il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, tramite ANPAL, permette che la professione sia equiparabile a quella dell’OSS, che si parli ancora di “mansioni”, di riordino di poltrone, di infermieri “professionali” e tutto questo ad oggi, 17 gennaio 2017.
Costanza Bruschi
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