Sono ancora vive nella mente le immagine dell’elicottero AgustaWestland AW139 marche EC-KJT del 118 precipitato in Abruzzo il 24 gennaio, che ha provocato la morte dei cinque membri dell’equipaggio e lo sciatore a cui era stato prestato soccorso.
Un’altra tragedia sfiorata, di qualche settimana fa, l’elicottero del 118 del nucleo trentino che precipitò nei pressi di Madonna di Campiglio;
Da queste tristi vicende, cerchiamo di approfondire la figura dell’infermiere dell’elisoccorso e la sua formazione, che è in costante aggiornamento.
Sono visti come supereroi, ma in realtà è necessario essere equilibrati e costantemente consci dei propri limiti, la figura di infermiere dell’elisoccorso si delinea grazie dall’Accordo 281 del 2005. “Linee guida per l’organizzazione dei servizi di soccorso sanitario con elicottero”.
Il comma 1.4 stabilisce, in primo luogo, che l’equipe deve essere composta da un medico (preferibilmente anestesista rianimatore), un’infermiere e altre unità in funzione delle necessità operative.
Esperienza e Formazione continua sono i requisiti essenziali, in quanto un infermiere che voglia approcciarsi al mondo dell’Elisoccorso deve aver maturato servizio (l’esperienza minima viene fissata nell’ambito dei concorsi su base regionale) presso i reparti di area critica, come Unità di terapia intensiva, Pronto soccorso, Sale operatorie d’urgenza o Servizi di emergenza 118. Un requisito, questo, mirato a garantire una conoscenza approfondita nel trattamento di pazienti critici.
E’ necessario però che l’infermieri consegua corsi di Alta Formazione in “Helicopter Emergency Medical Service – HEMS” al fine di acquisire competenze teoriche e pratiche, sia cliniche che comportamentali, alla gestione paziente critico sia prima che durante il trasporto in eliambulanza.
La loro è una sedia che sembra “scottare”, su cui alle volte è difficile restare seduti, ma che regala anche tanta soddisfazione, e la gioia di aver fatto la differenza.
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