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Flight Nurse e Flight Paramedic: l’esperienza negli USA di due infermieri italiani

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Con la denominazione di “Flight Nurse” si intende un infermiere specializzato che si occcupa di stabilizzare pazienti critici in fase pre-ospedaliera; generalmente durante il trasporto a bordo di un veivolo dedicato al soccorso

Proponiamo di seguito un’intervista rilasciata da Michele Masotto e Fabrizio Lorenzoni; due infermieri che hanno trascorso un periodo negli USA per conoscere la realtà del Flight Nurse e del Flight Paramedic.

Queste figure, di cui si sente spesso parlare nelle serie televisive, sono di fatto, sconosciute ai più.

Michele e Fabrizio sono due infermieri che da oltre otto anni operano nel settore dell’emergenza. Si stanno adoperando per contribuire alla crescita della figura infermieristica specialista in emergenza ed urgenza. Il loro obiettivo è quello di cambiare la mentalità del Paese aumentando la qualità del servizio extra-ospedaliero.

Si sono conosciuti durante le lezioni del master in emergenza e urgenza presso l’Università di Firenze. Hanno lavorato in diversi reparti di rianimazione, postazioni 118 e servizi di elisoccorso.

Da diversi anni operano presso l’Articolazione Aziendale Territoriale 118 di Mantova in numerosi ruoli: dall’infermiere di centrale operativa all’infermiere specialista in automedica e/o in auto-infermieristica, quest’ultima da loro descritta come espressione massima del ruolo infermieristico. Lavorando attraverso algoritmi specifici, è possibile ottenere autonomia, riconoscimento di responsabilità e posizione di leadership.

Riportiamo di seguito l’intervista rilasciata a Renzo Donzelli:

Potete raccontarci come sia nata l’idea di intraprendere un esperienza in America?

Da circa due anni stavamo cercando di comprendere se, al di fuori dell’Italia, ci fosse la figura infermieristica nell’ambito extra-ospedaliero e se ricoprisse un ruolo avanzato, attuando competenze tecniche e farmacologiche in completa autonomia.

Le esperienze in Inghilterra ci avevano già portato davanti alla realtà dove sulle ambulanze erano presenti paramedici suddivisi in due livelli; ma ci aspettavamo qualcosa in più e che potesse identificarsi nella figura dell’infermiere.

Così ci siamo spostati ad analizzare altri stati come Australia, Canada, Nuova Zelanda e America. In quasi tutti gli stati descritti è presente la figura dell’infermiere nell extra-ospedaliero, il “Flight Nurse”. Esso vola su elicotteri o aerei in modalità primaria o secondaria, in team con un altro Flight Nurse o Flight Paramedic.

Chi è in realtà un Flight Nurse?

E’ una figura infermieristica altamente specializzata, presente su molti elisoccorsi americani. Lavora in completa autonomia rispettando le linee guida internazionali, potendo eseguire manovre di base e avanzate quali intubazione (anche in sequenza rapida), drenaggio toracico, tracheotomia d’urgenza, pericardio-centesi, ecc..

Collabora con un altro Flight Nurse, un Flight Paramedic o raramente con un medico specialista. Avendo le medesime conoscenze e competenze a turno la funzione di team leader viene ruotata e la tipologia di servizio varia a seconda delle necessità e regolamenti locali. L’elisoccorso infatti viene adibito sia per soccorsi primari, principalmente patologie traumatiche, sia per effettuare trasporti secondari di pazienti critici da ospedale ad ospedale.

Ecco che qui riusciamo a comprendere la sinergia tra le due figure professioniste. Condividono la loro esperienza lavorativa sul campo, da una parte il paramedico per l’extraospedaliero e dall’altra l’infermiere per l’intraospedaliero.

Come si diventa Flight Nurse?

In America dipende molto da stato a stato, ma di media viene richiesta la laurea in infermieristica, quindi essere un infermiere registrato (Registered Nurse). Ciò comporta quattro anni di studio universitario; avere esperienza di almeno quattro anni in reparti di emergenza urgenza o terapia intensiva ed essere in possesso dei titoli esecutore ACLS, PALS, ATCN (Advanced Trauma Care Nurse); mantenere un peso ideale e talvolta la qualifica di paramedico.

Chi possiede tali caratteristiche può fare richiesta presso una delle aziende che forniscono il servizio di elisoccorso dove si inizia l’iter di inserimento, caratterizzato da esperienze di simulazione ad alta fedeltà sia in aula che con simulatori di volo, pratica in sala operatoria, tutoring, analisi di casi operativi e acquisizione di certificazioni importanti come il CFRN, qualifica che ogni due anni deve essere riconfernata.

Quali competenze avete acquisito? Le ritenete diverse da quelle italiane?

Grazie al supporto di due medici direttori di due importanti compagnie di elisoccorso quali il “Vidant Healthcare” situato in North Carolina e il “Maryland State Police Aviation Divison” situato a Baltimora abbiamo potuto partecipare e certificare competenze avanzate al corso denominato “Anatomy Care Procedures”.

Nello specifico ci ha permesso di consolidare competenze avanzate applicandole su cadaveri di persone che hanno donato il loro corpo alla scienza. Il laboratorio prevedeva l’esecuzione con personale esperto di tutte le tecniche, passando dalla semplice intubazione orotracheale, utilizzo di video laringoscopi di ultima generazione, posizionamento di cateteri venosi centrali, inserimento di accessi intraossei fino alla simulazione di rianimazione a cuore aperto e inserimento di un drenaggio toracico d’urgenza.

Questa tipologia di corso viene proposto a tutti i professionisti operanti nel settore, da chi volesse iniziare a chi possiede competenze consolidate con l’esperienza. Gli istruttori, davvero disponibili, sono per la maggior parte Flight Nurses, Flight Paramedics e medici specialisti che lavorano nel settore o presso shock trauma center.

Quali opportunità avete raccolto partecipando al convegno Critical Care Transport Medicine Conference tenutosi a Charlotte?

Sicuramente l’opportunità di conoscere colleghi medici, infermieri e paramedici di grande spicco nella medicina d’urgenza intra ed extra-ospedaliera, come Mike Abernethy, William Hinckley, David Thomson, Thomas Baldwin, Patricia Petersen, Allen C.Wolfe, Steven W. Neher, Debra A. Milliner, ha avvalorato le relazioni del convegno con cui abbiamo avuto la possibilità di confrontarci e interagire riguardo le differenze multidisciplinari e culturali.

Abbiamo cercato di porre dei quesiti su come vediamo la crescita e il cambiamento della figura dell’infermiere in Italia, scambiando pareri su possibili metodi da adottare per implementare le nostre realtà ed elaborando possibili strategie per motivare i gruppi di lavoro, modalità formative più adeguate/innovative, come inserire nuove procedure e strumentazioni, il tutto analizzando i vari passaggi che loro stessi hanno già adottato.

Abbiamo avuto anche il piacere di interfacciarci e conoscere presidente e vicepresidente ASTNA (Air and Surface Transport Nurses Association), con la quale si è aperta la possibilità di una futura collaborazione e scambio di idee per comprendere cosa ha portato l’America a sviluppare la figura del flight nurse.

Se non sbaglio avete anche avuto la possibilità di volare sugli elicotteri e di essere osservatori sulle “First Responsive Cars”?

L’esperienza di fare un tirocinio osservazionale su uno dei servizi di elisoccorso è stato possibile grazie alla collaborazione di un nostro collega e amico Maurizio Tomanin e alla grande disponibilità, professionalità e passione del Dr. Doug Floccare, dirigente medico del “Maryland State Police Aviation Division” che gestisce 7 basi di elisoccorso della Polizia di Stato del Maryland con a bordo agenti- Flight Paramedic in grado di ricoprire tutte e due le qualifiche.

Il pacchetto che siamo riusciti ad elaborare ha previsto giornate di affiancamento con i Flight Paramedics a bordo del “Trooper One”; giornate di training teorico-pratico con simulazioni ad alta fedeltà in aula e su simulatori di volo.

Infine giornate sulle “EMS supervisor car” dei Vigili del Fuoco affiancati al paramendico specializzato/esperto, che viene inviato in supporto alle ambulanze; potendo somministrare farmaci e intervenire strumentalmente in modo più invasivo e completo del paramedico.

In conclusione, quale consiglio vi sentite di dare agli infermieri che svolgono quest’attività in Italia?

Innanzitutto pensiamo che viaggiare, mettersi in gioco e aver voglia di imparare sempre cose nuove dia la possibilità di allargare il proprio punto di vista; riuscendo così a crescere non solo professionalmente ma anche interiormente.

Questa crescita permette di valutare in modo più consapevole i lati positivi e negativi di ogni singola realtà, le sue potenzialità e per poter condividere tali innovazioni tra colleghi sia in Italia che all’estero. Questo è il nostro obiettivo, perché crediamo che anche il nostro Paese abbia delle infinite potenzialità; che però spesso non vengono sviluppate fino in fondo a causa di molte paure e talvolta di volontà politiche o istituzionali.

Spesso si preferisce rimanere fermi, lamentarsi per paura di sbagliare o di confrontarci solo perché pensiamo ci siano colleghi più bravi in giro per il mondo scordandoci invece, che il nostro obiettivo è lo stesso ovunque ci troviamo, cioè garantire e implementare la salvaguardia della salute del paziente cittadino.


Auguriamo una brillante carriera a questi due colleghi con la speranza di poter raggiungere gli obiettivi che si sono prefissati.

Simone Gussoni

Fonti: emergencylive.it

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