I recenti fatti di cronaca, che hanno visto la morte di una bambina a Trento per una presunta puntura di zanzara, hanno riaperto l’acceso dibattito tra gli Infermieri e certa carta stampata.
I primi accusano i mass-media generalisti di infangare troppo spesso e senza motivo la Professione Infermieristica.
Gli ultimi eventi, per esempio, hanno dato origine a titoli e a contenuti giornalistici profondamente distanti dalla realtà e infamanti per l’intera categoria infermieristica e per i Professionisti della Salute. Per difendere la dignità e l’immagine della nostra professione sono scesi in campo tantissimi colleghi e Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI, che ha diramato un apposito comunicato stampa con la richiesta di scuse e di rettifiche ai quotidiani “Il Tempo” e “Libero“.
Le due testate hanno attribuito, senza prove e senza motivo, la colpa del contagio agli Infermieri. Mai notizia è stata così falsa e tendenziosa ha spiegato la presidente Mangiacavalli.
“Questo comportamento, giudicato deteriore da più parti, porta un pesante e ingiusto danno di immagine per gli infermieri verso i propri assistiti e getta fango sulla categoria che noi, come Federazione, non siamo disposti ad accettare: la professione infermieristica è apprezzata e ben conosciuta e non certo in questa forma dai pazienti che, per garantire dignità alla loro vita di tutti i giorni, si rivolgono all’infermiere. Un danno lesivo anche dal punto di vista dei rapporti che i nostri professionisti possono e devono instaurare con gli assistiti” – chiosa la presidente Mangiacavalli.
Dello stesso avviso Paola Arcadi, Infermiera, Docente Universitaria e presidente dell’Accademia Scienze Infermieristiche.
Arcadi ha scritto una dura missiva al Direttore di Libero Quotidiano. La sua iniziativa è stata sorretta da due noti presidenti IPASVI, Francesco Falli di La Spezia e Aurelio Filippini di Varese.
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Cosa ha scritto Arcadi?
Gent.mo Direttore,
scrivo nel merito dell’articolo pubblicato quest’oggi dal titolo: “Un’infermiera killer? Bimba morta di malaria, la seconda inquietante ipotesi”.
Duole constatare la presenza di elementi che ledono profondamente un principio cardine del Testo Unico dei doveri del giornalista, ovvero laddove si esplicita che ” il giornalista ricerca e diffonde ogni notizia o informazione che ritenga di pubblico interesse, nel rispetto della verità e con la maggiore accuratezza possibile.
Nell’articolo si cita un ‘ipotetico contagio (…)tramite l’utilizzo di strumenti non sterilizzati e non monodose” tralaltro riportando che trattasi di ‘circostanze smentite categoricamente dall’Azienda Sanitaria’, e insinuando – neppure velatamente ma ben esplicitamente nel titolo – che la responsabilità possa essere imputata a quella che viene definita ‘infermiera killer’.
Non solo non vi è traccia di alcun dato a sostegno delle affermazioni soprariportate, ma le parole utilizzate sono indice di assoluta ignoranza circa le modalità di contagio del plasmodio malarico, oltre che francamente diffamatorie nei confronti della categoria professionale degli infermieri.
Si induce nel lettore un sentimento di sfiducia nei confronti delle Istituzioni sanitarie e dei professionisti che ogni giorno lavorano con competenza, perizia e prudenza e nel rispetto delle norme etico deontologiche che guidano l’agire; norme e riferimenti che pare non siano in possesso di coloro che hanno scritto un articolo vergognoso e che sono invece chiamati a mettere in campo una grande e meravigliosa responsabilità: quella della diffusione di un’informazione veritiera e rispettosa.
Rettificare il contenuto dell’articolo è segno di rispetto e maturità professionale, ma certamente non basta.
E’ doveroso, ma non basta.
Occorrerebbe che vi interroghiate sul senso della vostra presenza sulla scena editoriale, e se ciò che vi muove è la volontà di offrire un servizio ai cittadini fondato su un modello comunicativo etico. L’ articolo in questione non va per nulla in questa direzione, purtroppo. Il veder pubblicata questa lettera e le molte altre che stanno pervenendo alla vostra attenzione, unitamente alla pubblica rettifica, potrebbe invece rappresentare un buon inizio.
Cordiali saluti
Paola Arcadi
Infermiera – Milano
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Che dire? Non possiamo che essere d’accordo con la Presidente Mangiacavalli e con la collega Arcadi. Basta titoli diffamanti!
Di questo e di altro parleremo a Matera il 7 ottobre 2017 in occasione del Convegno organizzato da AssoCare.it e da NurseTimes.org sul tema “Quale futuro per l’Informazione Infermieristica in Italia?“.
Se facciamo sistema come quotidiani infermieristici potremo meglio comunicare e presentare la nostra professione all’esterno.
Soprattutto far capire ai Giornalisti di testate generaliste che la nostra è una professione seria, che merita rispetto!
Massimo Randolfi
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