Il Ministero della Salute risponde ai rilievi della Federazione sulla rappresentatività del 30 per cento. Per i 450mila infermieri italiani sarebbe difficile raggiungere quella soglia. Saranno valutate ai fini dell’iscrizione nell’elenco le società scientifiche aventi adeguata rappresentativa nella disciplina o specializzazione
ROMA – Nessuno scontro istituzionale ma concertazione e dialogo: su questa strada ha deciso di muoversi la presidente nazionale della Federazione Collegi Ipasvi, Barbara Mangiacavalli nel confronto con il Ministero della Salute, su una questione che rischiava di tagliare fuori la professione infermieristica.
La vicenda è quella delle società scientifiche e associazioni tecnico scientifiche che il decreto del Ministro della Salute del 2 agosto scorso emanato per dare attuazione all’articolo della legge Gelli (la 24 del 2017) tagliava fuori dalla possibilità di concorrente alla predisposizione delle linee guida, se non avessero avuto una rappresentativa del 30 per cento.
Una soglia di sbarramento che penalizzava la professione infermieristica in toto: “Essendo gli infermieri 450mila – aveva evidenziato la Federazione in una lettera inviata al Ministero della Salute – appare difficile poter acquisire la rappresentativa del 30 per cento”.
Rilievo più che legittimo accolto dal Ministero che, in una recente nota di risposta inviata alla Federazione Ipasvi, ha ricordato che la legge, di fatto, intende “consentire l’elaborazione delle linee guida a tutte le attività degli esercenti le professioni sanitarie” e quindi “può ritenersi, ove in una determinata disciplina o specializzazione, area o settore di esercizio professionale, non sussista alcune società scientifica o associazione tecnico-scientifica che possieda una rappresentatività pari al 30 per cento, potranno comunque essere valutate ai fini dell’iscrizione nell’elenco le società scientifiche o le associazioni tecnico-scientifiche aventi adeguata rappresentatività nella disciplina o specializzazione, area o settore di riferimento”.
Per gli infermieri sono 6 le aree professionali riconosciute dal Ministero (su indicazione della Federazione): cure primarie – servizi territoriali /distrettuali; area intensiva e dell’emergenza urgenza, area medica, area chirurgica, area neonatologica e pediatrica, area salute mentale e dipendenze.
“Sono le stesse previste per le competenze avanzate” sottolinea la presidente della Federazione Ipasvi, Barbara Mangiacavalli. E alla Federazione il Ministero della Salute, nella nota di chiarimento, riconosce il ruolo di garante ai fini della valutazione del possesso nonché del mantenimento del requisito della “adeguata appresentatività” delle società scientifiche e delle associazioni tecnico-scientifiche.
“Nessuno scontro istituzionale” ribadisce la Mangiacavalli ma concertazione e dialogo che hanno consentito alla Federazione Ipasvi di portare a casa il risultato voluto.
Probabilmente anche a dispetto di chi ha deciso di muoversi autonomamente: è il caso di alcuni Collegi provinciali Ipasvi che hanno deliberato i ricorsi al Tar con l’elevata possibilità che gli stessi vengano bocciati (Carbonia – Iglesias, Belluno, Arezzo, Pescara, Pordenone).
Sempre che quei Collegi, alla luce delle comunicazioni del Ministero, non decidano di fare un passo indietro ammettendo che la Presidente nazionale abbia ottenuto un importante risultato politico.
Salvatore Petrarolo
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