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Infermiera aggredita a Trecenta. Ipasvi Rovigo: “Grave carenza di sicurezza nelle strutture sanitarie”

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Infermiera aggredita a Trecenta. Ipasvi Rovigo: "Grave carenza di sicurezza nelle strutture sanitarie" 1
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Marco Contro, presidente del Collegio provinciale: «Atto indegno di un Paese civile. Siamo vicini alla collega».

Il consiglio direttivo del Collegio Ipasvi di Rovigo esprime la propria solidarietà alla coordinatrice infermieristica vittima dell’inqualificabile aggressione fisica e verbale avvenuto nei giorni scorsi da parte di un utente nel pronto soccorso dell’ospedale San Luca di Trecenta (Azienda Ulss 5 Polesana).

A compiere l’atto di violenza è stato un nordafricano di circa cinquant’anni, spazientito per la lunga attesa. La donna ha accusato una lesione guaribile in dieci giorni. “Si tratta – afferma una nota del Collegio provinciale – dell’ennesimo episodio di violenza ai danni di professionisti della salute nel pieno esercizio delle loro funzioni. Un episodio che mette in luce la grave carenza di sicurezza nelle strutture sanitarie”.

Infermiera aggredita a Trecenta. Ipasvi Rovigo: "Grave carenza di sicurezza nelle strutture sanitarie"
Marco Contro, presidente Ipasvi Rovigo.

Così Marco Contro, presidente del Collegio Ipasvi di Rovigo: «Questo fatto assolutamente deplorevole, indegno di un Paese civile, ci lascia sbalorditi e attoniti, facendoci sentire indifesi, alla mercé di qualsiasi malintenzionato. Inoltre deve far riflettere le aziende sanitarie, i professionisti, le istituzioni e l’intera comunità, chiamate a individuare azioni per scongiurare il pericolo che l’intolleranza, la sopraffazione e la forza bruta si sostituiscano alle basilari regole della convivenza civile».

Contro precisa poi che «l’intera comunità professionale infermieristica continuerà a garantire l’erogazione delle cure e dell’assistenza col massimo impegno, con la massima disponibilità nei confronti delle necessità dell’utenza, senza distinzioni di sorta, ma pretendendo il rispetto reciproco nella generale consapevolezza dei ruoli». E ancora: «Come rappresentanti di un ente provinciale che tutela circa duemila professionisti, esprimiamo la nostra vicinanza alla collega vittima di un’aggressione inaccettabile e disdicevole».

 

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