Ecco come il PIU intende denunciare e risolvere i problemi che assillano la professione.
Il secondo step ha da poco avuto inizio, mentre prosegue a gonfie vele la raccolta firme, prossima al superamento di quota 5mila. Da lunedì 15 gennaio decine di infermieri hanno indirizzato numerose mail alle testate giornalistiche nazionali e alle principali trasmissioni televisive.
Nel passaggio successivo saranno coinvolti tutti i partiti politici, ai quali verrà indirizzato un ulteriore messaggio, con la speranza di riscuotere un loro interesse. Tutti i feedback ricevuti saranno resi pubblici, sia quelli positivi che quelli negativi.
Il PIU (Progetto Infermieri Uniti) nasce per denunciare un grave problema della sanità, confermato da autorevoli studi, ovvero l’impossibilità a garantire la sicurezza delle cure che la L. 24/2017 (c.d. Legge Gelli) ha riconosciuto come parte integrante del diritto alla salute.
Lo studio internazionale RN4CAST (Registered Nurse Forecasting, previsione del fabbisogno di infermieri) ha rivelato che se il rapporto tra infermieri e pazienti assistiti è maggiore di 1:6, si ottiene un aumentano degli esiti negativi (mortalità a 30 giorni, complicanze quali cadute, errori di terapia, lesioni da pressione e riduzione della soddisfazione), nonché delle cure mancate (educazione terapeutica, relazione con l’assistito, pianificazione dell’assistenza).
Tutto ciò rappresenta quello che dovremmo fare, ma che non ci è fisicamente possibile fare per mancanza di tempo, perché siamo pochi e demansionati, ovvero utilizzati per altro a spese dell’assistenza ai nostri assistiti e a guadagno delle aziende sanitarie.
In Italia, oggi, gli infermieri sono demansionati.
Nonostante il passaggio dall’essere professione ausiliaria all’essere professione intellettuale autonoma (l’infermiere in Italia è un professionista sanitario laureato e iscritto ad un ordine professionale), poco è cambiato nelle realtà ospedaliere. Da Nord a Sud, all’infermiere è richiesto di svolgere mansioni domestico/alberghiere: seguire l’igiene dei pazienti, posizionare padelle e pappagalli, dispensare pasti, chiudere bidoni della spazzatura, riordinare le stanze di degenza. L’infermiere, così, non svolge solo il lavoro di infermiere, ma anche quello di oss, cameriere, operatore ecologico, domestico, segretario, centralinista e così via.
Il demansionamento mette gli infermieri nella condizione di non poter assistere i propri pazienti al meglio delle proprie potenzialità. Dovendo svolgere attività diverse da quelle previste secondo il proprio profilo di competenza, gli infermieri si vedono sottrarre tempo prezioso, che potrebbe essere dedicato all’assistenza diretta dei malati, alla prevenzione e all’educazione sanitaria. Inoltre può diventare causa di stress e di angoscia, che si riflettono sulla vita quotidiana, arrecando disturbi psico-fisici che nel tempo possono generare fenomeni più gravi come il burnout.
Il demansionramento, poi, si ripercuote inevitabilmente sull’assistito, esponendolo a una serie di rischi evitabili. Con l’aumento del carico di lavoro, diminuisce la qualità dell’assistenza infermieristica e diminuisce la sicurezza dei pazienti. Il conseguente aumento del rischio di errori determina la possibilità che un evento avverso provochi un danno o aumenti la durata del periodo di degenza dei pazienti.
Una petizione contro il demansionamento
Abbiamo deciso di promuovere una petizione contro il demansionamento infermieristico, rivolta a tutti i cittadini, che mira a raccogliere il maggior numero di firme in modo da coinvolgere l’intera popolazione contro questo fenomeno. La petizione sarà depositata al ministro della Salute, al ministero dell’Istruzione, dell’Università e Ricerca, alla Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi e ai maggiori sindacati rappresentativi.
Dopodiché organizzeremo una manifestazione davanti al ministero della Salute.
Chiediamo il VOSTRO AIUTO nel diffondere notizie relative alla situazione di continuo demansionamento in cui si trovano gli infermieri italiani. Ciò, oltre a ledere la dignità dei professionisti, in primis mette seriamente a rischio la sicurezza di tutti i cittadini.
È giunto il momento di accusare chi compie demansionamento infermieristico, di ampliare la dotazione organica, soprattutto del personale di supporto (oss) necessario allo svolgimento di tutte le mansioni igienico e domestico/alberghiere.
È giunto il momento di tutelare il nostro lavoro e di punire chi discrimina o chi compie ritorsioni contro il lavoratore, sia nel settore pubblico che nel privato. È tempo di denunciare, di informare, di lottare per i nostri diritti, di tutelare ogni forma di assistenza. Lo dobbiamo a noi e lo dobbiamo a ogni cittadino di cui ci prendiamo cura.
Progetto Infermieri Uniti – PIU
Chiunque volesse condividere il progetto a favore della professione infermieristica e della salute pubblica potrà firmare la petizione, condividere questo articolo e iscriversi al gruppo Facebook “PIU Progetto Infermieri Uniti” per ottenere maggiori informazioni.
Simone Gussoni
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