Il presunto caso di razzismo ai danni di un mediatore culturale ghanese che si sarebbe consumato alcuni giorni fa presso il nosocomio di Benevento ha avuto un enorme clamore mediatico (VEDI)
«Il post è stato una reazione a caldo, uno sfogo, non immaginavo, né era mia intenzione, sollevare un polverone.
Cosa vorrei dire all’infermiera che mi ha offeso? Vorrei incontrarla, guardarla negli occhi e abbracciarla.
Sono convinto della sua buona fede e che il suo è stato un gesto di stizza. Null’altro».
Il mediatore culturale, collaboratore della Caritas locare, riferisce di non provare alcun rancore nei confronti dell’infermiera in servizio presso l’ospedale campano.
«Credetemi – racconta il mediatore culturale – non voglio accendere i riflettori sulla vicenda, anche perché Benevento è una città piccola: sto ricevendo solidarietà da tantissimi amici ma anche da tanta gente che non conosco e che condanna l’episodio».
«Sono certo – continua Musah – che l’infermiera avrà detto quelle cose forse perché stressata dal turno di lavoro, dopo ore trascorse a soccorrere malati. Già ieri sera, dopo l’episodio, i sanitari dello stesso ospedale che operavano al pronto soccorso mi hanno quasi coccolato ma per me era finita lì».
Nessun commento è stato rilasciato dall’azienda ospedaliera o dalla presunta infermiera accusata dal 37enne ghanese.
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