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Catania, il duro commento di Fsi-Usae sull’aggressione al “Vittorio Emanuele”

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Catania, il duro commento di Fsi-Usae sull'aggressione all'ospedale "Vittorio Emanuele" 1
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Il segretario generale Calogero Consiglio: “Un plauso alle forze dell’ordine, ma non al Governo”.

Catania, il duro commento di Fsi-Usae sull'aggressione all'ospedale "Vittorio Emanuele"
Calogero Consiglio (Fsi-Usae)

“Un plauso alle forze dell’ordine che, nonostante la carenza di organico, in condizioni precarie e con pochi mezzi a disposizione, fanno il possibile per offrire un adeguato servizio sul territorio e garantire la pubblica sicurezza, riuscendo a intercettare gli autori dell’aggressione a due medici presso l’ospedale Vittorio. Dove manca la loro presenza ci sono un abbassamento del livello di sicurezza e un peggioramento della qualità della vita, con la triste conseguenza che spesso il singolo cittadino, paziente, infermiere, medico, ausiliario o dipendente di servizi pubblici, ne fa le spese perché non tutelato neanche dai datori di lavoro. Non ringraziamo, invece, il Governo e il ministero dell’Interno, a cui abbiamo sempre denunciato il fenomeno e che continua a non prendere provvedimenti per arginare questa emergenza, istituendo i posti di polizia nei pronto soccorso dei grandi ospedali della città metropolitane di Palermo, Catania e Messina”.

È la dura dichiarazione di Calogero Coniglio, segretario regionale della Fsi-Usae, Federazione Sindacati Indipendenti costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei, rilasciata a commento della notizia di due persone raggiunte da misure cautelari nell’ambito delle indagini avviate in seguito alla brutale aggressione di medici avvenuta all’ospedale “Vittorio Emanuele” di Catania lo scorso 14 marzo.

“Il nostro sindacato continua a denunciare – conclude Coniglio –, sollecitiamo la Regione affinché concretizzi quanto affermato alla manifestazione regionale del 22 aprile a Palermo sui provvedimenti che deve adottare. I casi di aggressioni negli ospedali continuano ad aumentare. Siamo stanchi di vivere e lavorare in questa condizione di terrore. Gli infermieri e gli operatori sanitari tutti non possono andare a lavoro temendo che il paziente o il parente di turno possa aggredire senza problemi. Bisogna mettere fine a questa situazione”.

Redazione Nurse Times

 

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