Da un’analisi radiografica condotta da Patrizia Pernter presso l’Università di Bolzano è emerso come l’uomo del Similaun soffrisse all’età di 46 anni di una grave patologia cardiovascolare.
Il corpo, risalente a un’epoca compresa tra il 3300 e il 3100 a.C. (età del rame), si sarebbe conservato grazie alle particolari condizioni climatiche all’interno del ghiacciaio.
Presentava infatti tre calcificazioni cardiache alle coronarie.
I risultati ottenuti dall’esame sono stati pubblicati dalla rivista scientifica RöFo – Fortschritte auf dem Gebiet der Röntgenstrahlen, specializzata nel settore.
Dai test effettuati è emerso come la predisposizione genetica risulti essere un fattore scatenante significativo per l’aterosclerosi.
Analizzando I valori di calcio riscontrati ed esaminando gli osteociti, è possibile supporre che si trattasse di un uomo di carnagione chiara, della nostra epoca e di età compresa tra i 40 e i 50 anni.
Ötzi, però, aveva uno stile di vita tutt’altro che sedentario: per questo motivo il dato avvalora l’ipotesi del ruolo dei geni.
Simone Gussoni
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