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Shock anafilattico scambiato per laringite, infermiera di Triage allontana paziente

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Infermiera di Triage “Solo una brutta laringite”
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SASSARI. «Signora lei ha una brutta laringite, vada dal suo medico di base, oppure qua dovrà aspettare ore prima di essere visitata».

Secondo quanto riferito dalla paziente, l’infermiera, con un sorriso rassicurante l’avrebbe tranquillizzata dal bancone del Triage del Pronto Soccorso del Santissima Annunziata.

Se il suo medico di famiglia quel pomeriggio non fosse stato in studio, la donna avrebbe rischiato forse la vita. I dolori alla gola e la sensazione di soffocamento che avevano convinto Paola Falchi a correre in ospedale, non erano sintomi così banali, ma le prime avvisaglie di uno choc anafilattico.

Subito dopo avere abbandonato il pronto soccorso di viale Italia, si è recata dal suo medico, che dopo averla visitata non ha avuto dubbi: oculo-rinite e angioedema con sensazione di soffocamento, dispnea e modificazione del timbro della voce.

Si trattava dunque di shock anafilattico. Il medico le ha somministrato immediatamente i farmaci salvavita del caso e la ha tenuta in ambulatorio sotto osservazione per quattro ore prima di lasciarla tornare a casa.

Scampato il pericolo, la donna ha presentato un reclamo all’Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari, dichiarandosi estremamente preoccupata per quanto accaduto:

«Mi vengono i brividi se penso che quella sera avrei potuto non trovare il mio medico di base, o tornare a casa tranquillizzata in qualche modo dalla diagnosi tuttavia non grave dell’infermiera», spiega.

«Ha semplicemente ascoltato da dietro il vetro dello sportello la descrizione dei miei sintomi, mi ha guardato e ha fatto lei la diagnosi. Non mi ha visitata e non mi ha fatto vedere da nessun medico», prosegue la donna.

«Penso che un episodio del genere sia molto grave e che non dovrebbe ripetersi mai più. Io ritengo di essere stata fortunata, ma non è accettabile che un’infermiera del pronto soccorso possa fare una diagnosi semplicemente ascoltando il racconto di un paziente che si avvicina allo sportello dell’accettazione».

Per questo motivo Paola Falchi è intenzionata ad ottenere giustizia:

«Ho deciso di presentare un reclamo alla Aou perché situazioni come queste non si ripetano in futuro. Io ho rischiato molto, e alla fine tutto si è concluso per il meglio. Ma la mia è stata davvero fortuna. Se il mio medico non fosse stato in ambulatorio quel pomeriggio, non so come sarebbe andata a finire».

Incomprensibile il comportamento dell’infermiera, considerando che la normativa in vigore in Italia non permetta di respingere in tale modo un paziente in Triage.

«Non so bene cosa possa averlo causato, forse è stata una reazione allergica a un farmaco che avevo preso poco prima, o qualche alimento che ho mangiato. Di certo non mi aspettavo che al Pronto Soccorso mi sbagliassero la diagnosi con tanta superficialità».

Simone Gussoni

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