L’Ordine dei Medici del capoluogo salentino ha elogiato la professionalità degli operatori, annunciando l’apertura di un’indagine disciplinare.
In un comunicato l’OMCeO di Lecce ha fatto il punto sull’esito della convocazione dei protagonisti che nei giorni scorsi hanno dato vita a un increscioso e imbarazzante episodio di conflittualità fra colleghi. L’episodio ha riguardato una dottoressa in servizio al pronto soccorso e un medico del “Vito Fazzi”, che è anche assessore comunale a Lecce e che è intervenuto per dare un conforto all’assessore leccese R.M., rimasta ferita in un incidente stradale sulla superstrada Lecce-Maglie.
La vicenda, a detta di molti, è stata strumentalizzata a fini meramente politici da alcune frange dell’opposizione a Palazzo Carafa. Ma il presidenteOMCeo, Donato De Giorgi, nel comunicato assicura che non ci sono stati “trattamenti preferenziali”. Anzi, ha detto: «Non ho alcuna intenzione di tacere, ove fossero accertati comportamenti che abbiano potuto ledere la professionalità, la deontologia, l’immagine, l’autonomia decisionale medica e che possano comunque configurarsi come atteggiamenti aggressivi. Siamo pronti a denunciarli sempre e comunque, ma certamente divengono insopportabili, se ad assumerli sono addirittura dei colleghi».
Quindi, a quanto pare, i vertici di OMCeO intendono accertare se emergono profili di rilevanza disciplinare. Soprattutto se è vero, come è stato scritto da più parti, che alla dottoressa del pronto soccorso è stato dato dell’«ignorante». Questo il testo del comunicato:
In merito ai fatti accaduti nel P.S. di Lecce il 30.07.2018 il presidente ha voluto ascoltare attentamente e serenamente i protagonisti Medici dell’episodio, convocandoli il 01.08.2018, giungendo alle seguenti conclusioni.
La paziente R.M., cui porgiamo gli auguri di una pronta guarigione, si è rivolta al P.S. di Lecce, (dopo aver rifiutato il percorso diagnostico e terapeutico proposto dal 118, prontamente accorso sulla scena dell’incidente automobilistico), ricevendo qui tutti i trattamenti che il caso richiedeva nei tempi e nei modi dovuti con efficacia e professionalità da parte di tutti gli operatori sanitari intervenuti, cui va senz’altro il nostro riconoscente ringraziamento.
In particolare si precisa che la paziente non ha mai ricevuto “trattamenti preferenziali”, né da alcuno sono stati mai sollecitati, ma si sono adottati correttamente tutti i protocolli previsti dalla codificazione attribuita al triage. La carica pubblica rivestita dalla paziente, infatti, non ha evidentemente e giustamente in nulla interagito con il percorso di cura adottato.
Riteniamo che queste siano le notizie di gran lunga più rilevanti a fronte di un ingiustificato significato mediatico che si è dato all’episodio, alimentato anche da “retro-pensieri”, pregiudizi immotivati e artatamente diffusi nella pubblica opinione.
Una nota testata giornalistica nazionale ha condotto nei giorni scorsi una breve e incisiva inchiesta sui pronto soccorso di tutta la penisola: nel nostro Paese si registra una uniformità – purtroppo solo in questo – nella difficoltà emergenziale del sistema sanitario. Le cifre del tracollo sono sotto gli occhi di tutti, come i motivi: il cattivo utilizzo del sistema (anche indotto dal contenzioso legale), la carenza delle risorse e soprattutto dei Medici, spesso – quelli rimasti – in fuga dagli ospedali; ciò ha fatto superare ampiamente il “livello di guardia”, mentre purtroppo le previsioni per il futuro sono ancora peggiori, avviati come siamo al completo collasso del sistema.
In questo contesto di disagio grave e ingravescente in cui ci troviamo a lavorare, aver trattato efficacemente, in tempi rapidi, ma assolutamente senza riservare alcun “privilegio” se non quello dovuto alla fragilità di una paziente, nel P.S. di Lecce rappresenta senz’altro una buona notizia.
Naturalmente l’OMCeO di Lecce non ha alcuna intenzione di tacere o ignorare comportamenti, che abbiano potuto ledere la professionalità, la deontologia, l’immagine, l’autonomia decisionale medica e che possano comunque configurarsi come atteggiamenti aggressivi: siamo pronti a denunciarli sempre e comunque, ma certamente divengono insopportabili, se ad assumerli fossero addirittura del Colleghi.
La serietà, la serenità, ma anche – se sarà necessario – la severità con le quali affronteremo episodi incresciosi, rappresentano la vera opportunità per affermare credibilità e autorevolezza della Comunità Medica leccese, che non ha paura di se stessa, ma è tesa ad uno sforzo – che a volte appare titanico – per riannodare un rapporto fiduciario e di servizio con il cittadino.
Redazione NurseTimes
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