NHS, British Heart Foundation e Microsoft hanno unito le loro forze per mettere a punto il progetto nei prossimi 12 mesi.
Una rete nazionale per la localizzazione dei defibrillatori presenti sul territorio di tutto il Regno Unito: un’idea semplice, ma vincente, che ha visto scendere in campo, oltre alla sanità pubblica, anche colossi del volontariato e dell’informatica.
Ogni anno, in Gran Bretagna, si registrano ben 30mila episodi di infarto extraospedaliero. Solo in un caso su dieci, tuttavia, le vittime sopravvivono. Una percentuale decisamente bassa, su cui incide soprattutto la difficoltà nell’individuare e impiegare i defibrillatori presenti in punti ad accesso pubblico. Scioccanti statistiche hanno addirittura provato che ciò avverrebbe solo nel 3% dei casi, siano i soccorritori semplici passanti o professionisti dell’emergenza-urgenza (paramedic).
L’NHS, il servizio sanitario pubblico inglese, la British Heart Foundation, una delle più grandi associazioni di volontariato britanniche, e persino la Microsoft hanno pertanto unito le loro forze in una partnership, mirata a realizzare, entro i prossimi 12 mesi, un network nazionale online, in grado di permettere, tanto ai servizi di emergenza (il 999) quanto a semplici cittadini, la localizzazione immediata dei dispositivi.
Il nuovo sistema prevederà una fase iniziale, già attivata ma in procinto di entrare a pieno regime nella primavera del 2019, in cui tutti i possessori di un defibrillatore, denominati “guardiani”, potranno registrarsi su un sito web nazionale, indicando l’esatta posizione del presidio salvavita.
In questo modo sarà possibile, per i centralini dei servizi di emergenza extraospedalieri, orientare i paramedic ed eventuali passanti nel reperimento del defibrillatore. Inoltre i “guardiani” saranno anche in grado di supportarsi reciprocamente nella manutenzione dei dispositivi. Il network sarà inizialmente sperimentato dal West Midlands Ambulance Service, non lontano da Birmingham, per poi essere esteso gradualmente a tutta la Gran Bretagna.
Va sottolineato che quella appena descritta è solo una delle numerose iniziative avviate di recente nel Regno Unito, per migliorare il livello di equipaggiamento e la formazione del personale “laico”, nella prevenzione e nel trattamento dell’infarto extraospedaliero. A tal proposito, è notizia dei giorni scorsi la campagna condotta dall’Associazione tassisti londinesi, in collaborazione con il London Ambulance Service, per dotare i taxi londinesi, i mitici black cabs, di defibrillatori e istruire gli autisti al loro impiego, in caso di emergenza.
Luigi D’Onofrio
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