Think tank Meeting Salute di Rimini. Chi è l’infermiere? Una domanda che può sembrare banale ma è in realtà fondamentale per capire le risposte ai bisogni assistenziali che questo professionista può offrire
Rimini, 25 agosto 2018. Le risposte le hanno date al Meeting Salute di Rimini, evento che fa parte dell’annuale Meeting dell’Amicizia dedicato quest’anno a “Le forze che muovono la storia sono le stesse che rendono l’uomo felice”.
La “non conoscenza” dell’infermiere, della sua professione e della sua professionalità può rallentare lo sviluppo positivo di un’assistenza che nel nostro Paese è considerata come una delle migliori al mondo.
“Nel futuro della sanità – ha spiegato Cicolini, componente Comitato Centrale Fnopi – a fronte dei bisogni di salute della popolazione e in particolare della domanda di cura delle fasce più fragili, gli infermieri sono chiamati ad esercitare un ruolo sempre più incisivo, basato sulla sinergica collaborazione con i medici e gli altri professionisti sanitari, che riconosca le professionalità acquisite e capaci di contribuire ad innalzare la qualità della risposta assistenziale. Eppure ancora oggi il sistema è orientato ad una dimensione diagnostica e terapeutica nell’ambito delle acuzie, un rapporto infermiere medico tra i più bassi di Europa così come un rapporto infermiere cittadino”.
Ci sono in media 2,5 infermieri per medico mentre gli standard internazionali indicano un fabbisogno minimo di tre infermieri ogni medico, ma le situazioni sono diverse da Regione a Regione e si va da un infermiere per medico (a volte meno) nel Sud e nelle Regioni in Piano di rientro ai 2,8 (in pochi casi 3) infermieri per medico nel Nord e nelle Regioni benchmark.
Il rapporto ottimale – che secondo studi internazionali consentirebbe di abbattere del 20% almeno la mortalità nei luoghi di ricovero – sarebbe poi di non più di 6 pazienti per infermiere mentre la media italiana è di 11 con punte fino a 17-18 sempre al Sud nelle Regioni in Piano di rientro.
“I cittadini – dice Draoli, componente Comitato Centrale Fnopi – hanno ed avranno sempre più bisogno di infermieri, ma ancora ci sono troppe resistenze a spostare il focus di cura verso l’assistenza, la prevenzione primaria secondaria e terziaria, verso la valorizzazione di professionisti che esercitano elevate funzioni di advocacy ed in particolare in ambito domiciliare come ormai ci dicono tutti i rapporti nazionali e internazionali. O cambiamo direzione subito o non saremo in grado di rispondere ai bisogni dei nostri cittadini e l’orizzonte temporale è più breve di quanto non si creda”.
L’infermiere è il professionista laureato e spesso specializzato che troviamo in ogni contesto clinico e organizzativo.
Nel mondo dell’emergenza per esempio, ha spiegato Cicolini, ogni volta che al 118 arriva una chiamata con la richiesta di soccorso, scatta un articolato flusso di informazioni, decisioni e azioni che coinvolge gli infermieri della Centrale operativa, quelli dell’Unità mobile e, a volte, altri soccorritori come Forze dell’Ordine e Vigili del Fuoco. Così come in ogni Pronto soccorso troverete un infermiere ad accogliervi e valutare il vostro bisogno, assegnando un codice priorità o intervenendo direttamente in alcuni contesti. La vita e la salute delle persone dipendono spesso dalla capacità degli infermieri di compiere scelte rapide e corrette in ogni situazione. È ormai indispensabile un riconoscimento specialistico che metta in grado il professionista di esercitare al massimo delle sue potenzialità tutte le competenze che in questo settore possiede già da tempo, in modo da garantire interventi appropriato ed efficaci per il cittadino, per i professionisti e per le organizzazioni.
Naturalmente l’infermiere è sul territorio, anche se ancora in modo disomogeneo e insufficiente, spiega Draoli. L’infermiere garantisce il principale riferimento a casa di una persona che necessita di assistenza domiciliare, negli ambulatori infermieristici, nei progetti educativi territoriali compresi quelli scolastici, negli ospedali di comunità. Il suo lavoro assume a tutti i contorni di una vera e propria “alleanza” non solo con la persona assistita, ma con l’intera famiglia e comunità per lavorare non solo nel momento della malattia ma anche e soprattutto nei percorsi di prevenzione e mantenimento della salute. Oggi i cittadini ci chiedono interventi strutturati, di ampio respiro, ma soprattutto chiedono punti di riferimento per la loro salute che, in ambito territoriale, richiedono continuità e trasversalità. L’infermiere di famiglia e comunità, recentemente deliberato in diverse Regioni, è la naturale risposta in questo quadro di salute.
Ma la professione dell’infermiere non si ferma qui. “L’infermiere – ha detto Cicolini – è spesso una specialista in ambiti formativi organizzativi e di ricerca in università e non solo. Grazie al percorso universitario che parte dalla laurea e arriva fino al dottorato di ricerca gli infermieri coordinano e dirigono strutture semplici e complesse, sono titolari di cattedre universitarie, ma sempre orientati a sostenere ogni fase della vita delle persone con un bagaglio etico e deontologico elevatissimo”.
La formazione continua e le esperienze di ogni giorno, in ogni contesto socio sanitario rendono l’infermiere, spiegano Cicolini e Draoli, sempre più preparato e pronto per affrontare le quotidiane sfide di una sanità in rapida evoluzione, che richiede un costante aggiornamento professionale, ma anche la giusta dose di empatia e doti relazionali, di qualità umane e professionali e una capacità di comprendere i fenomeni di salute sempre più articolata.
Purtroppo ancora oggi l’infermiere viene descritto come non è, spesso perché confuso con altre figure che nulla hanno a che fare con l’infermieristica, o perché ancora legato ad uno stereotipo di molti anni indietro che è ancora difficile da sradicare.
“In ogni Provincia troverete un Ordine delle Professioni Infermieristiche – concludono – attivo e presente sul territorio, con incontri, convegni, informazione e divulgazione. Rivolgetevi agli Ordini degli infermieri per ogni vostro dubbio per scoprire chi è e chi non è l’infermiere ma soprattutto cosa può fare per voi e per la comunità”.
Redazione NurseTimes
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