La Doll Therapy, comunemente definita “la terapia della bambola”, è un particolare intervento non farmacologico utilizzato nel trattamento riabilitativo di soggetti affetti da demenza e, in particolare, da malattia di Alzheimer
Pearl, la suocera di Sandy Cambron, morì a causa della malattia di Alzheimer nel 2008.
La donna ed il marito comprarono un bambolotto che rappresentava un bebè per l’anziana. Con estrema naturalezza, venne accolto dalla donna donandole pace e serenità nell’ultimo periodo della propria vita. Diventò il migliore amico sul quale poter contare nei momenti di maggior bisogno.
Notando come quel giocattolo abbia fatto la differenza nella vita di Pearl, Cambron decise di continuare a supportare altri pazienti affetti da demenza donando loro altrettanti bambolotti attraverso un progetto denominato “I bebè della memoria di Pearl”.
Nella giornata di San Valentino, per esempio, lei e Shannon Gray Blair, hanno comprato centinaia di bambolotti e pupazzi, donandoli alla Kentucky Nursing Home.
L’idea di utilizzare giocattoli dalle sembianze umane per stimolare i pazienti affetti da malattia di Alzheimer ha assunto il nome di “Doll Therapy”, come riportato dal sito specialistico alzheimers.net
Non esistono molte evidenze scientifiche in grado di confermare l’utilità di tale pratica ma, uno studio condotto nel 2017, ne ha dimostrato l’efficacia terapeutica nel ridurre l’aggressività nei pazienti con demenza.
Inoltre, esistono molte evidenze aneddotiche che dimostrano come, l’azione di prendersi cura di un bambolotto simile ad un bimbo vero, dia ai pazienti un obiettivo da raggiungere, facendo riemergere memorie della loro infanzia.
Dopo aver visitato la Nursing Home in occasione della giornata di San Valentino, Blair condivise sul proprio profilo Facebook foto e video dei momenti più emozionanti vissuti con gli anziani.
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