Gli infermieri dell’AsuiTs avranno un nuovo strumento per combattere le frequenti aggressioni nei loro confronti durante l’esercizio professionale.
Un telecomando salvavita dotato di un apposito pulsante “antiaggressione” sarà loro fornito. Premendolo il tasto che riporta la dicitura “SOS”, si richiederà aiuto alla “Centrale Operativa 112”.
Attraverso un dispositivo GPS, l’infermiere in difficoltà verrà geolocalizzato e contemporaneamente verrà inviata la richiesta di intervento delle forze dell’ordine territorialmente competenti.
Il “GPS Tracker”, dispositivo di ridottissime dimensioni, è già in dotazione al Servizio di Continuità Assistenziale dal mese di dicembre 2017.
L’azienda sanitaria a acquistato complessivamente quattro dispositivi: due di essi saranno destinati subito agli infermieri in servizio nei Distretti 1 e 3, gli altri due saranno assegnati entro pochi giorni ai Distretti 2 e 4.
A beneficiarne sarà il personale infermieristico del Servizio domiciliare (Sid) che svolge la propria attività durante le ore notturne. Tali operatori si recano regolarmente a domicilio del paziente su indicazioni del sistema 118, del medico di guardia, oppure su richiesta degli assistiti in carico che rientrano nel progetto di contattabilità diretta.
Qualora l’infermiere in difficoltà premesse il pulsante, un operatore della centrale avrebbe la possibilità di parlare in vivavoce con lui attraverso il telecomando. In questo modo la centrale operativa potrà valutare la gravità della situazione e la tipologia di emergenza, inviando sul posto i soccorsi adeguati.
Qualora non fosse possibile comunicare oralmente con chi ha premuto il bottone, entro 30 minuti verrebbero comunque inviati i soccorsi. «La richiesta di acquisto del dispositivo in realtà era rivolta a tutto il personale che lavora in “solitudine”», spiega Rosalba Stuppia, rappresentante lavoratori sicurezza (Rls) di Asuits e dirigente Fials. «Abbiamo letto che sono stati attivati solo nei distretti, ma sarebbe importante dotarne anche il personale del laboratorio spoke del Burlo Garofolo e della struttura che si occupa del trasporto notturno».
Le recenti aggressioni subite dagli operatori Sanitari proprio in Friuli, rendono il tema sicurezza di grande attualità. È stata difatti da poco spigliata un’intesa con l’Associazione nazionale Alpini che fornisce un servizio di scorta. Sotto questo aspetto Trieste sembra ancora un’isola felice. «Non abbiamo un numero di casi rilevante – prosegue Stupia -, comunque stimoliamo sempre il personale a denunciare anche i “mancati incidenti”, cioè episodi che non sono sfociati in violenza perché è intervenuto un collega o un esterno. Su questo posso dire che l’Azienda ha comunque tenuto dei corsi di formazioni specifici per evitare situazioni simili».
A promuovere l’iniziativa anche Rossana Giacaz, della Cgil e della Rls, che invita gli altri enti a “copiare «penso ad esempio al personale dei servizi sociali che va nelle case, si tratta di strumenti utile all’operatore e anche a tutela dell’utenza».
Simone Gussoni
Fonte: Il Piccolo
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