Molti colleghi si trasferirebbero all’estero. I motivi? Stipendi bassi e assunzioni bloccate. Nonostante la carenza di personale.
Stipendi troppo bassi e assunzioni bloccate. Sono questi i motivi per cui molti infermieri che lavorano a Milano sarebbero pronti a trasferirsi all’estero, dirigendosi verso la Svizzera o il Nord Europa. Intanto il capoluogo lombardo preferisce affidarsi a cooperative che assumono personale estero, proveniente dall’Europa dell’Est o dal Sudamerica.
Situazione paradossale, anche alla luce della carenza di personale: solo a Milano e provincia mancano oltre 550 infermieri; nell’intera Lombardia il numero arriva a 400mila. Questo perché gli infermieri che vanno in pensione non sono sostituiti e le loro ore devono essere coperte da personale già in servizio.
Il triste primato spetta al Niguarda, dove mancano 110 professionisti. Al secondo posto c’è il Sacco-Fatebenefratelli con meno 70-75 infermieri, seguito dal San Paolo – San Carlo (60), dal Pini-Cto e dagli ospedali di Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo (50).
“Tutto questo rischia di ripercuotersi sulla qualità del servizio. Servirebbe un New Deal della sanità lombarda, con risorse per il personale, assunzioni e stabilizzazioni dei precari”. Parola di Ciro Capuano, segretario di Uil Milano e Lombardia e responsabile delle Politiche socio-sanitarie. Stando alle stime da lui fornite, negli ultimi dieci anni sarebbero 55mila gli infermieri arrivati in Italia dall’estero, di cui il 10% in Lombardia.
Redazione Nurse Times
Fonte: www.ilgiornale.it
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