Riprendiamo un articolo a firma di Saverio Proia, pubblicato su Quotidianosanità.it.
Stupendo regalo di Natale agli infermieri, agli altri professionisti della salute e soprattutto ai cittadini destinatari delle prestazioni del Ssn, il protocollo d’intesa recentemente stipulato tra Conferenza delle Regioni e Fnopi.
Stando alle notizie che ho ricevuto direttamente dal presidente Alessandro Beux, analoga disponibilità è stata manifestata per la stipula di un protocollo con la Federazione degli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione. È inoltre verosimile e auspicabile che, se richiesto dagli organismi interessati, analoga disponibilità sia espressa dalla Federazione nazionale degli Ordini della professione di ostetrica e dall’Ordine nazionale degli assistenti sociali.
In tal modo diviene finalmente esigibile, spendibile e realizzabile la parte più innovativa del recente Contratto nazionale del comparto sanità, che, dopo un’attesa ultradecennale, ha finalmente previsto per gli infermieri e le altre professioni sanitarie e sociosanitarie una carriera professionale parallela e di pari dignità rispetto alla preesistente organizzativa, sia gestionale che didattica.
Con i nuovi incarichi di esperto e di professionista si punta a valorizzare, apprezzare e incentivare la precipua professionalità di chi opera per attuare il diritto alla salute, costituzionalmente garantito, cogliendo, interpretando e realizzando l’evoluzione della nuova organizzazione del lavoro sanitario e sociosanitario nelle corsie, nelle camere operatorie, nelle diagnostiche ospedaliere, nei servizi e presidi dei distretti sociosanitari, al domicilio del cittadino, nei dipartimenti di prevenzione e di salute mentale. Ciò al fine di rispondere nella forma più efficace ai bisogni di salute vecchi e nuovi nel mutato quadro epidemiologico e nosologico del Paese.
L’attività che potrà essere svolta per effetto di tali protocolli non sarà né invasiva né surrogatrice delle necessarie, corrette e opportune competenze e relazioni sindacali, bensì propedeutica alle stesse. Infatti la mutata natura degli ordini professionali sanitari per effetto della legge 3/18, che li ha elevati ad “enti pubblici non economici sussidiari dello Stato”, fa sì che gli stessi siano “parte della parte pubblica”.
Con tali ruolo e finalità gli ordini sanitari possono contribuire con le competenze e i saperi delle professioni che rappresentano alla progettazione delle modalità con cui delineare l’organizzazione del lavoro in sanità, finalizzato sia al confronto con le rappresentanze sindacali sia alla conseguente fase di attuazione concreta, nonché al monitoraggio e alla valutazione degli effetti.
Il protocollo prevede altri argomenti, riguardanti l’evoluzione della professione in relazione ai Servizi sanitari regionali, che possono finalmente dar corso, se sviluppati e attuati, a una condivisa partecipazione degli stessi professionisti della salute a tutte le articolazioni della programmazione in sanità.
Fonte: www.quotidianosanita.it
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