“Finalmente un percorso chiaro per modelli organizzativi che riconoscano le competenze avanzate e specialistiche delle professioni sanitarie”
La FIALS giudica e valuta positivamente il recente Protocollo stipulato tra la Conferenza delle Regioni e la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche.
Questo il commento a caldo del Segretario Generale della FIALS, Giuseppe Carbone, secondo il quale, finalmente, la parte pubblica rafforza ed implementa la sua composizione interna nell’elaborazione delle proposte che riguardano l’evoluzione delle stesse professioni in relazione alla stessa evoluzione dell’organizzazione del lavoro in sanità per meglio attuare il diritto alla salute in un Paese qual è l’Italia il cui quadro epidemiologico e nosologico è completamente mutato, attingendo alle competenze ed alle conoscenze delle istituzioni pubbliche delle professioni stesse.
“Questo può realizzarsi per effetto della legge 3/18, per la cui conquista la FIALS, – prosegue Carbone – si è tanto impegnata che ha trasformato gli ordini sanitari in enti pubblici non economici sussidiari dello Stato ed in tale ruolo sono ora abilitati ad intervenire.
Si coglie, inoltre, la positività dell’importanza nei contenuti del protocollo stesso rilevata al riconoscimento delle competenze professionali di esperto e di specialista per gli infermieri e gli altri professionisti sanitari e sociosanitari, che per la FIALS costituiscono la parte più qualificante del recente CCNL ed uno dei motivi per i quali ha deciso di firmarlo.
Una volta delineata la proposta dei nuovi modelli organizzativi e le modalità con cui attuare questi nuovi incarichi professionali da sottoporre, ovviamente, al tavolo negoziale aziendale come al confronto regionale ed interregionale con i sindacati firmatari, ora che la parte pubblica si avvale dell’arricchimento di competenze che verranno dagli ordini, sarebbe quanto mai opportuno – afferma Carbone – che delle competenze avanzate e specialistiche le Regioni tutte ne facciano una scelta strategica nella quale investire risorse umane, professionali, organizzative ma anche e soprattutto economiche.
Come insegnano i modelli sperimentati da decenni di altri sistemi sanitari europei ed extraeuropei, sostiene Carbone, l’investimento perché infermieri ed altri professionisti sanitari acquisiscano ulteriori competenze più complesse e specialistiche nel valorizzarli migliora la qualità dello stesso lavoro medico, da risposte più puntuali e di prossimità ai cittadini e qualifica la stessa spesa sanitaria.
Nel giudicare positivamente questa nuova fase di protagonismo diretto delle Regioni e delle Professioni rappresentate con le loro istituzioni, siamo certi che il modello si estenderà agli altri ordini presenti in sanità, non possiamo che ricordare con amarezza il tempo perduto in tanti anni sull’argomento delle competenze avanzate e specialistiche per la non capacità dimostrata del Ministero della Salute di gestire il suo ruolo di indirizzo e di governo del processo, che si è sbloccato ed avviato ad attuazione solo grazie al rinnovo contrattuale.
Modelli organizzativi, competenze avanzate e specialistiche delle professioni sanitarie, che devono vedere, con il nuovo CCNL 2019-2021, uno sviluppo concreto di incarico professionale per tutti i dipendenti – e non solo per una minima percentuale – come avviene per tutta la dirigenza sanitaria”.
Ed ancora “rimane necessario definire subito dopo questa manovra finanziaria, un iter legislativo rapido che riconosca il diritto per le professioni sanitarie a svolgere l’attività libero professionale intramoenia e quindi ottenere anche l’indennità di esclusività alla pari della dirigenza sanitaria in un unico Servizio Sanitario Nazionale”.
“Spiace – conclude Carbone – ammettere con forte disapprovazione, come ancora l’ARAN, nonostante gli impegni assunti con il Ministero della Salute, non convochi la Commissione Paritetica per la nuova classificazione del personale e quindi le nuove forme e modelli di progressione di carriera per tutti i dipendenti del comparto sanità per un allineamento allo sviluppo professionale degli operatori nell’ambito dei sistemi sanitari europei”.
Redazione NurseTimes
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