Daniele Pezzati, esperto in trapianti di fegato, si lamenta dei massacranti carichi di lavoro, ma anche dell’ingratitudine dell’incompetenza altrui.
Daniele Pezzati (in piedi al centro, nella foto) è uno stimato chirurgo dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana. In questi giorni è divenuto virale un suo post su Facebook, pubblicato nel pomeriggio del 31 dicembre. Un post a tratti molto polemico, nel quale il medico, esperto in trapianti di fegato, si dice fiero del proprio lavoro, ma anche stanco di essere spremuto “come un limone” e amareggiato di non poter festeggiare il Capodanno in famiglia, perché impegnato al lavoro. Di seguito il testo integrale del messaggio, che sta raccogliendo migliaia di condivisioni, commenti e like.
“Stanotte al lavoro abbiamo eseguito il trapianto di fegato numero 160 dall’inizio dell’anno. Si tratta di un record per il centro di Pisa e l’ennesimo primato italiano. Purtroppo non c’è stato tempo di festeggiare, se non con un rapido caffè, perché siamo ripartiti subito per prelevare un altro fegato per il trapianto 161…
Tutto ciò in barba a chi ci ha denigrato sui giornali e ai piani alti della politica, che cercano disperatamente una scusa per depotenziarci e aprire un (inutile) ulteriore centro a Firenze. Tutta gente che, mentre facevo oltre cento notti di lavoro nel 2018, 700 ore di lavoro notturno, migliaia di km in auto, aereo ed elicottero per andare a prelevare organi, dormiva comodamente nel proprio letto, salvo poi riempirsi la bocca con i risultati miei e dei miei colleghi.
A volte vorrei dire a questa gente di venire a farseli, i trapianti, così io potrò passare le domeniche, Ferragosto, Natale, capodanno con i miei figli e fare il “posto fisso “ alla Checco Zalone con 6.20 ore al giorno e stop. Ieri sera mio figlio Federico era triste perché non giocavo con lui e me ne andavo al lavoro. Io, più triste di lui, gli ho risposto che dovevo aiutare un tato che stava male. Non sa cosa vuol dire, ma dice con fierezza che il suo babbo fa i trapianti e lo vuole fare pure lui.
Sono fiero di ciò che faccio, ma stanco di vedere la sanità gestita da politici incompetenti, che mi spremono come un limone, non riconoscendo il sacrificio che costa fare ciò che faccio. Posso solo ringraziare mia moglie e i miei figli per sopportare un marito/padre assente perenne per un’insana passione. Faccio a tutti gli auguri di buon anno perché stasera sarò troppo impegnato per farli: stranamente devo andare al lavoro”.
Massimo Randolfi
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